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Elezioni 2022: Simone Pillon fuori dal Parlamento, ennesimo flop per Mario Adinolfi

Due celebri ‘nemici’ della comunità LGBTQ+ nazionale pesantemente sconfitti alle urne.

Elezioni 2022: Simone Pillon fuori dal Parlamento, ennesimo flop per Mario Adinolfi - adinolfi e Pillon - Gay.it
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Come da noi previsto il mese scorso, l’avventura parlamentare di Simone Pillon è durata una sola legislatura. Il leader del family day è stato travolto dal tracollo leghista in tutta Italia, rimanendo fuori dal Parlamento come Monica Cirinnà. Pillon era stato candidato per la Camera in seconda posizione nel plurinominale dell’Umbria. E ha perso.

“Il centrodestra ha vinto e questa è una gran notizia”, ha cinguettato sui social. “Il mio seggio non è scattato ma io non mi arrendo. Resto a disposizione della Lega e del centrodestra e continuerò a difendere la vita, la famiglia e i valori cristiani dove e come Dio vorrà. Avanti con coraggio!”.

Pillon ha così messo le mani avanti, proponendosi per un ruolo di governo. D’altronde il trionfo della destra permetterà a Giorgia Meloni di dar vita ad un esecutivo a trazione sovranista, con almeno un sottosegretariato da poter concedere all’alleato Matteo Salvini, vero sconfitto di queste elezioni. La Lega è precipitata all’8.9%, perdendo la metà dei voti rispetto al 2018. Alle europee aveva raggiunto il 34,26%.

Ma c’è un altro sconfitto eccellente. Disastroso Mario Adinolfi, da tempo abituato alle brutte figure elettorali. Alternativa per l’Italia, che ha visto il leader del Popolo della Famiglia unirsi a Simone Di Stefano, ex Casa Pound, ha raccolto 38.683 voti in Senato, con lo 0,2% del totale, e 16.321 voti alla camera, con lo 0,1% del totale. “A chi profetizzava “zero voti” rispondiamo ringraziando decine di migliaia di italiani che ci hanno scelto tra tutti”, ha cinguettato nella notte. “Avevamo spiegato che le forze dell’alternativa dovevano unirsi, se ci avessero ascoltato ora festeggeremmo l’ingresso in Parlamento. Il nostro percorso continua“.

Nel 2018 il suo Popolo della Famiglia incassò 219.633 voti alla camera (0,67 %) e 211.759 al Senato (0,70%). Sembrava impossibile, ma Adinolfi è riuscito a far peggio.

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