Sulle orme della Russia di Vladimir Putin e sempre più lontana dall’Europa, la Georgia si appresta ad approvare – a distanza di poco più di due settimane dall’entrata in vigore della controversa legge anti-LGBTQIA+ – un altro regolamento destinato a far discutere.
La normativa, denominata “Sulla trasparenza dell’influenza straniera“, imporrebbe alle organizzazioni che ricevono oltre il 20% del loro finanziamento dall’estero di registrarsi come “agenti stranieri“, pena il pagamento di pesanti sanzioni.
Tra queste, numerose associazioni per la tutela e la promozione dei diritti LGBTQIA+ in un paese che già affronta livelli estremamente elevati di violenza e discriminazione verso le minoranze sessuali.
“Le organizzazioni LGBTQIA+ temono di diventare presto le prime vittime delle leggi sui finanziamenti esteri” ha dichiarato Michael O’Flaherty, nuovo commissario per i diritti umani presso il Consiglio d’Europa, sottolineando come queste leggi costituiscano una questione “imminente e urgente” per i gruppi LGBTQ+.
Un timore confermato anche dagli stessi sostenitori della proposta, i quali hanno esplicitamente dichiarato l’intenzione di utilizzare il nuovo regolamento per limitare quelle organizzazioni che, a loro avviso, “minerebbero la morale pubblica” introducendo in Georgia “influenze e interessi di paesi stranieri“.
D’altro canto, i detrattori della legge sostengono invece che questo rappresenti un ennesimo tentativo, ispirato dal Cremlino, di minare la democrazia nel paese, mettendo così a rischio i suoi sforzi per unirsi all’Unione Europea.
Al grido di “schiavi della Russia”, mercoledì, migliaia di persone hanno protestato davanti al parlamento a Tbilisi, la capitale, in seguito all’approvazione del disegno di legge in prima lettura dal governo. I video della risposta violenta della polizia hanno fatto il giro del web.
Molti cittadini nutrono un forte risentimento verso la Russia, che nel 2008 ha invaso la Georgia e attualmente controlla circa il 20% del suo territorio riconosciuto a livello internazionale, una proporzione simile a quella occupata attualmente in Ucraina.
Dal febbraio 2022, migliaia di russi, in particolare uomini in età di leva, sono fuggiti in Georgia per sfuggire alla coscrizione. Eppure, lo spettro del Cremlino continua a influenzare fortemente la politica interna del paese.
“È una legge russa. È una copia esatta della legge di Putin, adottata alcuni anni fa e successivamente rafforzata per sopprimere la società civile” ha dichiarato Salome Zourabichvili, presidentessa della Georgia e da tempo critica del partito al governo.
Zourabichvili è convinta che un’iniziativa di questo tipo possa concretamente sabotare l’integrazione europea del paese, nonostante l’ottenimento a dicembre dello status di candidato.
“Putin sta attivando la sua strategia ibrida, la sta intensificando e cerca di ostacolarci in questo percorso, con il sostegno, ovviamente, delle attuali autorità” ha aggiunto. Nonostante intenda porre il veto alla legge, Zourabichvili ha riconosciuto che il suo potere è in gran parte simbolico e che il suo veto potrebbe essere facilmente ribaltato dalla maggioranza parlamentare del governo.
Il contesto della normativa non è solo legato alla politica interna, ma si inserisce anche in un più ampio scenario geopolitico. Come già osservato da Zourabichvili, la legge “Sulla trasparenza dell’influenza straniera” ricorda fortemente quella adottata in Russia nel 2012, la quale ha portato alla chiusura di numerose ONG e all’arresto di diversi attivisti, riducendo drasticamente lo spazio per la società civile.
Questa somiglianza non è passata inosservata agli occhi dei politologi internazionali, che temono una simile ondata repressiva anche per il paese candidato.
Gli oppositori del governo accusano infatti il partito di maggioranza di essere eccessivamente influenzato da Mosca e di voler trasformare la Georgia in un altro stato satellite.
Le elezioni parlamentari previste per il prossimo anno saranno un banco di prova cruciale, determinante per la sopravvivenza dello stato liberale georgiano e il suo futuro. Tuttavia, ancora più rilevanti saranno le imminenti elezioni europee, che influenzeranno la direzione dell’intero blocco dell’UE.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.