Yasuharu Hidaka, professore di epidemiologia sociale presso l’Università Takarazuka, ha portato avanti un enorme sondaggio tra settembre e dicembre per conto di Lifenet Insurance Co.
Nuovi dati hanno rivelato che circa un quarto delle persone LGBTQ + in Giappone sono state vittime di outing. Questo significa che il loro orientamento sessuale o identità di genere sono stati divulgati ad altri senza il proprio consenso. E non è tutto. Il 25,1% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di aver perso almeno una volta il lavoro, perché appartenente alla comunità LGBT, con le persone transgender in testa a questa ‘classifica discriminatoria’, con la percentuale che sale al 53,6%.
Questo studio ha coinvolto 10.769 partecipanti, dagli adolescenti ai 70enni, con quasi il 67% degli intervistati che ha ammesso un significativo cambiamento sociale negli atteggiamenti nei confronti della comunità LGBTQ +. La maggior parte degli intervistati pensa infatti che la società giapponese sia oggi molto più “rispettosa” nei confronti della comunità rispetto al 2015.
Tuttavia, molti di coloro che hanno partecipato allo studio hanno anche affermato di aver sentito o sperimentato un linguaggio omofobo sul posto di lavoro. 8.690 intervistati al sondaggio avevano un lavoro al momento dello studio, con quasi l’80% che ha dichiarato di “aver sentito discorsi discriminatori sulle minoranze sessuali al lavoro o a scuola“.
Il professor Hidaka ha rimarcato l’impatto negativo di questa omofobia sul posto di lavoro, invitando le aziende ad agire.
La comprensione della società continua a cambiare. Le autorità governative e le aziende devono compiere sforzi coordinati per approfondire la comprensione sulla diversità dell’orientamento sessuale e delle identità di genere.