L’Italia di tutto ha bisogno, tranne che di odio.
Parole e pensieri firmati Monica Cirinnà, Laura Boldrini, Alessandro Zan? No, parole e pensieri firmati Giorgia Meloni, sui social intervenuta dopo essere stata pesantemente insultata da un professore, Giovanni Gozzini, che l’ha definita “scrofa, rana dalla bocca larga”. Solidarietà bipartisan nei confronti della leader di Fratelli d’Italia, a parole contro l’odio eppure nei fatti alla guida di un partito che quell’odio puntualmente lo diffonde e alimenta nei confronti della comunità LGBT e delle famiglie arcobaleno.
Perché c’è una Giorgia Meloni che in aula schiuma rabbia contro la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, negando il problema e in difesa di menzogne, istigazioni e diffamazioni definite “opinioni”, e una Giorgia Meloni giustamente indignata quando è lei a trovarsi al centro degli insulti, chiedendo rispetto e un freno nei confronti di quell’odio che ha trasformato il Paese in un ring da costante ed estenuante lotta nel fango.
Giorgia Meloni chiede all’Italia di non cedere all’odio, eppure punta dichiaratamente ad affossare proprio quella legge che andrebbe a depotenziarlo difendendola dai trogloditi del web, come giustamente sottolineato dal relatore del ddl Alessandro Zan, che sui social ha precisato come “quando finalmente la legge contro la misoginia, l’omotransfobia e l’abilismo sarà approvata, questa tutelerà anche lei proprio in quanto donna. E quello sarà un bel giorno“. Legge che Meloni vuole dichiaratamente affossare.
Perché Giorgia, donna, madre e patriota “vittima di odio”, è la prima a seminarlo ad ampio raggio con il suo partito di destra, come più volte visto nel corso del dibattito parlamentare alla Camera, con i politici di Fratelli d’Italia in prima linea nell’offendere e divulgare falsità. “Dite quello che volete ma la discriminazione è un’opinione”, precisò a Montecitorio Edmondo Cirielli. “L’omosessualità è contro natura”, tuonò Michele Napoli, consigliere Comunale di Fratelli d’Italia a Potenza, senza che nessuna voce dal partito si levasse per metterlo a tacere. La stessa Meloni, nel corso del dibattito alla Camera, giocò al benaltrismo, gridando “ecco le priorità del Governo, non la crisi economica epocale”, mentre Isabella Rauti precisava che “in Italia non esiste un’emergenza omofobia”.
Poi succede quel che succede e ieri Giorgia Meloni scopre l’esistenza dell’odio, ma solo e soltanto perché ai suoi danni, chiedendo all’Italia tutta di mettergli un freno. Questo vuol dire che i senatori di Fratelli d’Italia voteranno a favore del DDL Zan, che andrebbe a tutelare anche le donne vittime di misoginia, Giorgia Meloni in testa? Domanda dalla risposta tristemente scontata, perché se il DDL Zan dovesse finalmente approdare in Senato, come noi tutti ci auguriamo, Fratelli d’Italia non lo voterà mai, neanche sotto tortura. Perchè c’é odio e odio, evidentemente, e a loro dire l’omotransfobia è solo una tollerabile “opinione”.
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Alcune persone,nonostante titoli accademici illustri e anni di storia alle spalle,ogni tanto, dovrebbero chiudere la bocca...Non so' Feltri? Non e' che una persona puo' sempre dire cio' che pensa e se "l'accademico" fosse abbastanza intelligente,certe parole le lascerebbe al bar sport,anzi neppure lì.