Un insegnante di una scuola elementare inglese ha fatto coming out con i propri alunni e questa è la dolcissima lettera che una delle sue allieve gli ha scritto:
“Caro signor R.,
anche se lei è gay, io continuerò a trattarla allo stesso modo di come faccio adesso. Penso di lei le stesse cose che ho sempre pensato. È un grande insegnante e queste sono solo alcune delle parole con le quali la voglio descrivere: grande, formidabile, fantastico, brillante, grandioso e coraggioso.
La ragione per cui dico coraggioso è perché ha condiviso un segreto personale ed è stato molto coraggioso.
Non deve avere paura perché so che tutti gli altri in classe la pensano come me.
Da A x x
PS: Siamo tutti orgogliosi di lei”
Intervistato da PinkNews, l’insegnante ha spiegato: “In quanto docente di una scuola elementare, mi ho sempre vissuto con preoccupazione la possibilità di fare cenno al mio orientamento sessuale, nonostante i miei colleghi parlino regolarmente delle loro mogli o mariti e di molte altre cose. Poi, nel corso della settimana contro il bullismo ho chiesto ai bambini chi di loro avesse mai sentito usare “gay” come un insulto. Quasi tutti hanno alzato la mano. Ero impressionato. Poi ho chiesto chi di loro pensava che le persone gay o lesbiche sono, in qualche modo, sbagliate. E ancora una volta, quasi tutti hanno alzato la mano”.
“Così – continua il maestro -, dopo avere parlato con il mio dirigente, ci siamo trovati d’accordo sul fatto che potevo dire ai ragazzi che sono gay, così avrebbero conosciuto un gay e avrei potuto spiegare che quando qualcuno usa quella parola, si riferisce a me. Le reazioni sono state fantastiche: ci sono stati alcuni sguardi stupiti e qualche sussulto, oltre a qualche domanda di base (come: “ha un fidanzato” e cose così), ma dopo un paio di minuti tutti hanno capito e siamo andati avanti con la lezione”. E la lettera? “La lettera – spiega l’insegnante – è arrivata un paio di giorni dopo. La bambina che l’ha scritta, me l’ha data all’inizio della giornata. Leggerla mi ha fatto venire le lacrime agli occhi e mi ci è voluto un po’ per ricompormi. Quando l’ho ringraziata, lei si è limitata ad alzare le spalle e a riferirmi cosa avevano detto gli altri bambini: “È la sua vita”. Poi è tornata ai suoi compiti di matematica”. “Certo per la mia classe è stata una sorpresa – conclude – ma per loro è stata una cosa facile e semplice da archiviare come un’altra informazione. Nessun giudizio, solo accettazione. Ora posso parlare del mio fidanzato come qualsiasi altro insegnante e la mia classe mi conosce un po’ meglio. Ricevo molte lettere e cartoline durante l’anno, ma questa la conserverò per sempre”.
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