Ieri sera in seconda serata su Rai 3 al programma “Il Fattore Umano“, è andato in onda l’episodio “”Polonia LGBTQ Free”.
Attraverso le parole della poetessa Izabela Morska ed altre testimonianze, il fact-checking della Rai ha raccontato in questa puntata la pesante situazione delle persone LGBTQ in Polonia che quotidianamente subiscono attacchi da parte di gruppi conservatori ed estremisti, costringendo loro a lasciare il Paese in cerca di un luogo che li accolga e che gli permetta di vivere senza paura.
“Siamo stati sottoposti per anni ad una violenza simbolica, che ora si è trasformata in una violenza sistemica. Non ci sentiamo mai al sicuro”. Queste le parole della scrittrice ed attivista LGBTQ+ Izabela, che nel 1997 fu la prima donna polacca a fare coming out. Da allora, oltre alle persecuzioni da parte di chi li vuole nel silenzio, lei e molti attivisti devono anche fronteggiare l’avversione delle autorità polacche.
Diritti LGBT in Polonia
Nella civile Unione Europea, c’è un Paese come la Polonia dove essere LGBTQ+ vuol dire essere condannato ad una vita infernale. Seppur non sia mai esistita una legge contro l’omosessualità sotto un governo polacco autonomo, nel 2019 circa trenta governi locali (un terzo del Paese) hanno istituito delle “zone libere dall’ideologia LGBT”, quelli in particolare che si trovano nella parte storicamente più conservatrice della Polonia, come la Precarpazia, la Santacroce e il Lublinese.
In queste “LGBT free-zone” non sei arrestato, ma di certo non sei il benvenuto. Qui le autorità si prendono il diritto di escludere socialmente una parte della comunità, per esempio, come è emerso da un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano, “stigmatizzando certi orientamenti sul posto di lavoro, togliendo fondi a organizzazioni, proibendo eventi”.
L’Unione Europea sta agendo concretamente contro questa situazione sospendendo, ad esempio, tutti i finanziamenti provenienti dall’estero.
Ad ogni modo, la vita per le persone LGBTQ+ rimane insostenibile e l’inchiesta RAI 3, che ti invitiamo a guardare attraverso il video qui sotto, lo dimostra in maniera evidente.
Il Pride di Varsavia
A giugno 2021 si è tenuto il Pride di Varsavia, a pochi giorni dall’approvazione della legge “contro la propaganda LGBT”: migliaia di cittadini polacchi sono scesi in strada per chiedere uguali diritti e lo stop immediato di ogni forma di discriminazione, messa in atto dallo stesso presidente della Repubblica di Polonia orgogliosamente omotransfobico, Andrzej Duda.