Intervista al primo Paesello Pride, che si terrá sabato 10 agosto a Cammarata e San Giovanni Gemini (AG)

Il Paesello Pride avrà luogo in entrambi i comuni "per sfidare questa idea di divisione tra le nostre comunità, divisioni che indeboliscono le piccole realtà". Raduno alle 17 in Piazzale Camilleri (Cammarata)

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paesello pride 2024 intervista
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Il 10 agosto nei comuni di Cammarata e San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento, si terrà il primo Paesello Pride. Questo evento si propone non solo di focalizzare l’attenzione sulle istanze della comunità LGBTIQ+, ma anche di simboleggiare un’unità che trascende le divisioni geografiche e amministrative.

Nonostante i due comuni rimangano distinti, il Pride attraverserà entrambe le aree. Il ritrovo sarà in Piazzale Camilleri a Cammarata alle 17:00, con la parata che prenderà il via alle 18:30. Questa marcia culminerà in un grande concertone in Piazza Purrello a San Giovanni Gemini, dalle 20:00 all’1:00 di notte.

Il Paesello Pride è organizzato da Cori.TheProject e supportato da numerose realtà locali. Leggi qui sotto l’intervista completa al primo pride della provincia di Agrigento. 

paesello pride

Paesello Pride 2024 – INTERVISTA

Presentazione del comitato organizzatore: chi siete (associazioni, persone ecc. che si vogliano menzionare) 

Siamo l’associazione di promozione sociale Cori.TheProject, nata a gennaio 2024 nel cuore dell’entroterra siciliano, precisamente a Cammarata e San Giovanni Gemini (AG). Abbiamo scelto questo nome per il suo duplice significato: cori, in italiano, significa insieme di voci, in siciliano si traduce invece con cuore. Radunare un insieme di c(u)ori per dare vigore alle voci di tuttз coloro che non sono ascoltati: questa è la nostra missione. Vogliamo tutelare la bellezza dell’unicità umana in tutte le sue forme, partendo dai valori promossi dal Pride; siamo infatti un gruppo di amichз eterogeneo (in termini di sessualità, genere, collocazione geografica, visione politica, ecc. ) originarз di queste terre che ha deciso di unirsi per creare un cambiamento positivo e inclusivo nel nostro territorio.

Due sono i pilastri fondanti della nostra associazione. Il primo è la diffusione dei valori del Pride – estesi a tutte le categorie di unicità – anche nei posti più remoti e periferici, lontani dai grandi centri. Il secondo è il valore della molteplicità: vogliamo trovare il modo di percorrere questa strada, insieme alle nostre comunità locali, rispettando il pluralismo di voci che compongono il nostro gruppo, partendo dalla consapevolezza di non avere tutte le risposte ai quesiti e ai dibattiti che circondano la nostra causa, ma con l’intento di ricreare i giusti spazi perché le nostre comunità avanzino insieme verso un mondo di coesistenza e di supporto a tutela dell’unicità.

Il consiglio direttivo dell’associazione è composto da cinque membri: Alessandro Nicolò Giambrone, Presidente; Claudio Giambrone, Vicepresidente; Carolina Alessi, Segretaria; Vincenzo Accardo, Tesoriere; e Martina Napoli, Consigliere Speciale. In totale, l’associazione conta 14 associatз che condividono e sostengono la nostra causa. Siamo orgogliosз di annunciare che stiamo organizzando il primo Pride della provincia di Agrigento il 10 agosto 2024. Abbiamo scelto di chiamarlo Paesello Pride proprio per sottolineare la necessità di portare questi temi anche nei piccoli centri, dove l’evoluzione del rispetto dei diritti civili delle minoranze tarda ad arrivare.

Ci sono altre realtà locali che sostengono e partecipano alla vostra iniziativa?
Ce ne sono alcune di cui vorreste parlarci? 

Abbiamo ricevuto un grandissimo sostegno morale e organizzativo dalle realtà associative, sia politiche che sociali, presenti nel territorio di Cammarata e San Giovanni Gemini. Ci hanno accolto con entusiasmo e hanno collaborato attivamente con noi. Inoltre, anche associazioni dei paesi limitrofi ci stanno sostenendo, invitandoci ai loro eventi, supportando energicamente la nostra associazione e diffondendo il più possibile le nostre iniziative. Questo sostegno collettivo è fondamentale per la riuscita del nostro Pride, il primo della provincia di Agrigento, e dimostra quanto sia forte il desiderio di inclusione e rispetto per i diritti della comunità LGBTQIA+ anche in queste zone più remote dell’entroterra.

È difficile fare una lista esaustiva di tuttз coloro che hanno dimostrato, attraverso differenti modalità di partecipazione, il loro interesse e appoggio a Cori.TheProject. Donazioni economiche, donazioni in-kind di tempo o spazi fisici e digitali. Se il Paesello Pride sta per attraversare le vie dei nostri comuni è anche e soprattutto merito di questa comunità, delle istituzioni politiche territoriali e dellз abitantз che sabato, 10 agosto marceranno con noi. Tanti c(u)ori daranno forza ad ogni singola voce!

Ringraziamo: Settimana della cultura di Cammarata (amministrazione di Cammarata), Streeto (Cammarata), Carrozza 19 (Cammarata), 100% me stessa (Cammarata – San Giovanni Gemini), Spazio Giovani Generazioni (San Giovanni Gemini), Noi Siamo Prisma (San Giovanni Gemini), Mes Amis Lounge Bar (San Giovanni Gemini), Scaro Cafè (Agrigento), Golden Unicorns (Spagna), Meta Sicilia (Cammarata), Ass. culturale ULULA (Cammarata), Yard 44 (Favara), Questa è la mia terra (Campobello di Licata), ProLoco Cammarata, ProLoco San Giovanni Gemini, CGIL Agrigento, Tinca Timpa (Santo Stefano Quisquina – Prizzi)

Supporta qui il Paesello Pride 2024

Qual è il rapporto della comunità queer locale con il sindaco e la giunta?

Operiamo in un territorio diviso in due comuni per cui interagiamo sempre con entrambe le amministrazioni. Sia i sindaci che i membri delle giunte si sono resi disponibili ed hanno supportato la nostra missione fin dal primo contatto.

Prima della nascita della nostra associazione, i sindaci e la giunta non si erano mai confrontati con temi riguardanti quella parte della popolazione del paese che si riconosce come queer. Tuttavia, da quando abbiamo iniziato a proporre eventi e organizzare concretamente il Pride, le amministrazioni locali dei due comuni, Cammarata e San Giovanni Gemini, insieme ai rispettivi sindaci e giunte, non si sono mai mostrati ostili. Anzi, hanno accolto con favore e disponibilità le nostre iniziative.

Per il lancio pubblico di Cori.TheProject, nell’estate del 2023, ritenemmo prudente immaginare l’evento in un luogo privato, complice il poco tempo a disposizione. Fu proprio il Sindaco di Cammarata Giuseppe Mangiapane a darci coraggio, valutando significativo organizzare un Pride in una piazza pubblica. Non potevamo che essere d’accordo con lui. Avere la certezza del suo appoggio fu per noi stimolante e rassicurante, non eravamo solз.

A causa del maltempo e delle risorse economiche limitate, purtroppo, il nostro proposito non andò in porto e ci accolse una struttura privata. Ma ormai il seme era stato piantato, l’evento fu un successo, le nostre comunità assistettero per la prima volta a una sfilata gender-fluid, alla prima performance di una delle nostre associate, la drag queen Serafina La Lunga, parteciparono numerose a mostre sulla storia del Pride e sul legame tra la comunità queer e la cultura underground. Entrambe le amministrazioni parteciparono lanciando un messaggio di supporto alle popolazioni LGBTQIA+ della nostra zona.

Quest’anno ripartiamo con la giusta energia perseguendo il sogno di organizzare un Pride in piena regola. L’avremmo fatto comunque, certo, probabilmente spinti dal desiderio di rivalsa. Invece abbiamo la fortuna di lavorare motivati anche dal supporto che riceviamo dalle amministrazioni.

Che impatto ha sulla vostra città e sul vostro territorio un Pride?

Cori.TheProject nasce anche per volontà dellз nostrз compaesanз. Fin dal primo momento, abbiamo ricevuto innumerevoli messaggi da parte di gente di tutte le età per dirci quanto fosse importante per loro che si organizzasse un Pride nel nostro territorio. Non pensiamo di aver creato nulla di nuovo, abbiamo di certo dato vita ad uno spazio per permettere a chi già vive la propria sessualità altrove, di farlo anche quando torna a casa, nei nostri paesi.

Grazie al Pride, stiamo creando un dialogo aperto con le amministrazioni locali di Cammarata e San Giovanni Gemini, questo evento contribuisce a riconoscere e valorizzare l’esistenza della comunità queer nella nostra area e aiuta a rafforzare il tessuto sociale, costruendo una società più coesa e consapevole.

La nostra presenza sul territorio e il dialogo che cerchiamo di incentivare all’interno delle nostre comunità, permettono anche a chi sente di dover nascondere la propria sessualità, di vivere bene con se stessз. Nessuno deve sentirsi forzato a palesare la propria sessualità, desideriamo però che chi è prontə, non creda che sia possibile farlo solo altrove. Il nostro messaggio per le persone di tutte le età è che Cammarata e San Giovanni Gemini, la provincia di Agrigento e l’entroterra siciliano siano un posto sicuro per mostrare la versione più pura e autentica di ciascun di noi. Senza bisogno di dover andare fuori dall’entroterra, fuori dalla Sicilia, o fuori dall’Italia.

Comune e Regione hanno dato patrocinio al Pride? Quali istituzioni locali avete dichiaratamente dalla vostra parte? E quali no, e perché?

Abbiamo da poco inviato le richieste di patrocinio ai comuni limitrofi e alla Regione Sicilia, aspettiamo ancora una loro risposta. Finora, nessuna amministrazione si è mostrata ostile alle nostre iniziative e abbiamo già il patrocinio dei comuni di Cammarata e San Giovanni Gemini. Vogliamo sperare che le tempistiche della burocrazia siano l’unico motivo per non sostenere le nostre iniziative, sarà però interessante fare delle valutazioni a posteriori per comprendere meglio il territorio entro il quale ci stiamo muovendo, perché continueremo a farlo con una maggiore consapevolezza e, vista l’esperienza di quest’anno, con un seguito sempre maggiore.

Ci sono delle iniziative correlate alla manifestazione del Pride che vi sembrano importanti (che fate o che avete fatto)?

L’anno scorso abbiamo organizzato due eventi in preparazione di un Pride informale: un cineforum in collaborazione con due associazioni del nostro territorio (Streeto e Carrozza 193), durante il quale abbiamo presentato la nostra associazione (allora non ancora formalmente registrata) e abbiamo visto il film ‘Le Favolose’ di Roberta Torre. Per il secondo evento abbiamo ritenuto importante proporre un talk su salute sessuale e mentale, alla presenza di un sociologo, una dermatologa e un dermatologo, un’urologa e una psicologa. Tra le tematiche affrontate: il rapporto professionista/paziente, l’importanza della relazione di fiducia tra queste figure e la necessità, per lз professionistз di essere consapevoli della sfera sessuale dellз pazienti.

Quest’anno, per accompagnare le nostre comunità ad un Pride sentito e consapevole, abbiamo organizzato tre eventi satellite nei giorni immediatamente precedenti. Vogliamo approfondire alcuni stereotipi che circondano il Pride per dare modo anche a chi non si è mai confrontatə con queste tematiche di conoscerne la storia del Pride, la sua evoluzione e la necessità di continuare a farlo, anche e soprattutto nei nostri paesi. Abbiamo scelto le arti come mezzo di diffusione del nostro messaggio: visive, sonore e letterarie.

  • 6 agosto 2024 – Arti Visive CORPI D’ORGOGLIO – LA NECESSITÀ DI FARSI VEDERE

Evento di inaugurazione del Paesello Pride: un’apertura festosa per il nostro Pride, che include l’inaugurazione di una mostra d’arte (risultato di una call for artist lanciata circa un mese fa), una performance live durante la quale una make-up artist truccherà una drag queen e un talk con espertз (un sociologo, una psicologa e una sessuologa) sul tema dell’evento e più generalmente sulla domanda ‘Perché il Pride?’.

  •  8 agosto 2024 – Arti Sonore CORI D’ORGOGLIO – LA NECESSITÀ DI FARSI SENTIRE

Con questo evento vogliamo coinvolgere le personalità artistiche della nostra comunità in una Jam Session a tema queer. I partecipanti saranno invitati a portare brani che hanno un forte collegamento con il mondo LGBTQIA+ e con i valori del Pride. Sarà un’occasione per dare spazio allз musicistз che, nostro malgrado, non siamo riusciti ad includere durante il Pride principalmente per mancanza di risorse e per snellire gli oneri burocratici. Questo evento avrà però un particolare valore simbolico, in quanto ad ospitarlo saranno principalmente persone dei nostri comuni.

  • 9 agosto 2024 – Arti Letterarie NARRAZIONI D’ORGOGLIO – LA NECESSITà DI ASCOLTARE

L’ultimo evento avrà luogo in un neonato bar nel centro storico di Cammarata dell’associazione culturale ULULA. In questa suggestiva location, delle psicologhe psicoterapeute coordineranno una biblioteca vivente – un ambiente in cui delle persone diventeranno libri da sfogliare. Lз partecipantз all’evento potranno consultare questi libri in privato e ascoltare le loro storie. Avremo ospiti provenienti da altre realtà territoriali e delle nostre comunità locali. I libri racconteranno come, nella loro vita, si sono relazionati con la causa LGBTQIA+, alcuni in quanto appartenenti alla comunità, altri in quanto alleati consapevoli del loro ruolo chiave in questa lotta. Dopo aver consultato i libri viventi, le esperte guideranno una conversazione tra lз presentз per condividere i punti salienti emersi dall’ascolto di queste narrazioni. Il tutto sarà fatto in un contesto informale, durante il quale poter sorseggiare un aperitivo.

Avete previsto delle attenzioni particolari in merito all’accessibilità?

Ci siamo impegnatз perché la parata non presentasse barriere architettoniche, tanto da cambiare in corso d’opera il percorso per renderlo accessibile a tuttз. Stiamo cercando di organizzare gli eventi nel modo più inclusivo possibile, pensando anche di installare bagni per persone con disabilità e portare sul palco interpreti per il linguaggio dei segni. Solo il terzo dei nostri eventi avrà luogo in una location che non è accessibile a persone con disabilità, ma stiamo pensando ad una soluzione. Operando sulla base di donazioni e con enti e associazioni che mettono a disposizione i propri spazi gratuitamente, abbiamo sicuramente riscontrato molte difficoltà. Facciamo del nostro meglio, sperando di avere più risorse in futuro e garantire accessibilità proprio a tuttз. Questa esperienza ci sta anche mostrando quanto sia importante che tutta la comunità inizi attivamente a prendersi carico dei problemi di accessibilità e di quanto le attuali infrastrutture mettano in difficoltà anche lз più volenterosз. Vogliamo che questo messaggio arrivi alle amministrazioni, anche e soprattutto al di sopra dei nostri comuni, perché vengano stanziati più fondi per garantire accessibilità in tutti i luoghi e per tutti gli eventi.

In questi anni di governo delle destre, come considerate vengano affrontate, sostenute o contrastate le istanze che il vostro Pride vuole portare avanti?

Benché i nostri comuni abbiano finora sostenuto le nostre iniziative, riteniamo fondamentale, data la situazione attuale in Italia, organizzare e promuovere un Pride anche e soprattutto in piccole realtà come la nostra. Viviamo in un contesto nazionale caratterizzato dal negazionismo, i diritti fondamentali sono spesso negati o ignorati, creando un clima di discriminazione e insicurezza per molte persone. La mancanza di leggi adeguate contro la violenza di genere e l’omobitransfobia, la scarsa tutela dei diritti delle persone transessuali, e la carenza di politiche efficaci per l’inclusione sociale e lavorativa della comunità LGBTQIA+ sono solo alcuni dei problemi che affrontiamo.

Rispetto ad altri stati europei, l’Italia è significativamente indietro in termini di riconoscimento e tutela dei diritti civili. In molti paesi, diritti come il matrimonio egualitario, l’adozione per coppie omogenitoriali e una protezione legale robusta contro la discriminazione e la violenza sono realtà consolidate. In Italia, tuttavia, questi diritti sono ancora oggetto di dibattito e spesso di opposizione politica. Per questo, riteniamo che organizzare il Pride sia cruciale per sensibilizzare e fare pressione affinché lo Stato riconosca l’esigenza di intervenire e non ignorare la comunità LGBTQIA+.

Su quali rivendicazioni ritenete che ci sia ancora bisogno di manifestare, scendere in piazza e fare un Pride?

La nostra associazione, già l’anno scorso – prima di essere formalmente costituita – aveva iniziato ad operare proprio sulla base di un’idea: negli ultimi anni, le tematiche LGBTQIA+, persone queer dichiarate, coppie queer dichiarate sono diventate molto più comuni, e le nostre comunità non hanno mai operato attivamente in maniera discriminatoria. Questo è frutto della nostra percezione e considerato il sentore comune, ma riconosciamo che possa non essere stato così per tuttз, soprattutto all’interno dei nuclei familiari. Nonostante l’assenza di comportamenti violenti e discriminatori, molte tematiche legate al mondo LGBTQIA+ non sono state trattate con la giusta cura. Luoghi comuni, poca consapevolezza sui temi, poca riguardo in merito alle ripercussioni causate da discriminazioni passive, erano il contesto quotidiano con il quale ci confrontavamo. C’era una predisposizione al silenzio, al rendere il tema un taboo.

Abbiamo allora deciso di alzare il volume. Non potevamo più accettare in silenzio che amici e parenti perpetuassero un linguaggio omofobo, che si augurassero la restrizione di qualche nostra libertà o una limitazione del nostro modo di essere. Non potevamo più tacere di fronte ad una cultura che permette la sofferenza di qualcunə e la violazione dei diritti civili di una parte di popolazione.

E tante solo le tematiche che, nell’ottica di un attivismo intersezionale, abbiamo intenzione di diffondere, perché il dialogo e la cultura della consapevolezza possa toccare le coscienze di più persone possibili.

Non possiamo che iniziare con quella che ci sembra la rivendicazione più urgente, un immediato cessate il fuoco in Palestina e il riconoscimento internazionale di una Palestina libera e indipendente.

Maggiori tutele per le persone transessuali e un alleggerimento dell’iter per la transizione di genere: In Italia, le persone transessuali subiscono frequenti discriminazioni e devono affrontare un percorso di transizione lungo e complesso, che riguarda aspetti personali, psicologici, medici, chirurgici (per chi lo desidera) e solo alla fine legali. Il percorso psicologico, essendo obbligatorio, è spesso vissuto non come un vero supporto, ma come un esame per confermare di essere “veramente trans”, portando a una narrazione di sé stereotipata e poco autentica. Auspichiamo quindi a un alleggerimento dell’iter per la transizione di genere.

La possibilità per le coppie omogenitoriali di formare una famiglia e adottare figli è ancora molto limitata. Le unioni civili, pur rappresentando un passo avanti nella lotta per i diritti, non sono equiparabili al matrimonio egualitario e costituiscono solo un diritto parziale concesso alla nostra comunità. Inoltre, molti comuni hanno smesso di trascrivere i certificati di nascita esteri dellз figliз natз in Italia da coppie omogenitoriali, seguendo direttive nazionali. Questo ha colpito negativamente anche lз bambinз, che si trovano vittime di una corrente di odio contro la nostra comunità.

I diritti relativi all’aborto e alla gestazione per altri sono insufficientemente protetti. In molte strutture sanitarie italiane, vi è una totale obiezione di coscienza tra ginecologз, anestesistз, infermierз e operatorз sociosanitari. In alcune regioni, l’accesso all’aborto non è garantito, costringendo spesso le giovani donne a spostarsi altrove per ottenere l’assistenza necessaria, a ricorrere a pratiche illegali per interrompere la gravidanza o a portare avanti gravidanze indesiderate. Recentemente, sono state proposte leggi molto severe contro la gestazione per altri, cercando persino di renderla un reato universale. Consideriamo queste iniziative come attacchi diretti alla nostra comunità e contro chiunque desideri accedere a tali pratiche. È fondamentale lottare per mantenere il diritto all’aborto e per ottenere leggi che tutelino e regolamentino la gestazione per altri, anziché vietarla e renderla un reato universale.

Mancano leggi adeguate a proteggere le persone dalla violenza omobitransfobica. L’Italia non ha ancora una normativa specifica contro l’omobitransfobia e non ha aderito alla dichiarazione europea contro l’omofobia e a favore delle politiche per la comunità LGBTQIA+. Chiediamo quindi che venga elaborata e adottata al più presto una legge che tuteli la nostra comunità e ci protegga da attacchi omobitransfobici.

È necessario migliorare le politiche di inclusione sociale e lavorativa per garantire pari opportunità a tuttз, indipendentemente dall’orientamento sessuale, l’identità di genere, dalle diverse abilità fisiche o cognitive, l’età, le risorse e capacità tecnologiche, le condizioni ambientali e/o economico – sociali. In tal senso, vogliamo specificare che per raggiungere pari opportunità tra tutte queste categorie bisogna distinguere infatti i diversi contesti di ognunə e non trattare gli individui come se partissero tuttз dalla stessa base/livello/capacità.

Cori e il Paesello Pride si dichiarano antifascisti perché, nell’ottica di un associazionismo apartitico, siamo però consapevolз del valore politico della nostra iniziativa, tenendo fede all’accezione di politica che più ci rappresenta, ovvero l’arte di governare e vivere insieme. Per questo non possiamo ignorare la storia, quella che purtroppo vediamo ripetersi in porzioni di mondo non così lontane da noi, e sosteniamo l’antifascismo ritenendolo valore fondamentale della nostra Repubblica.

Ci sono altre cose che vorreste dire sul Pride e sul vostro territorio? (risposta libera…. magari a noi di Gay.it sfugge qualcosa a proposito del vostro territorio…)

Partiamo dalla consapevolezza che, diversamente dai grandi centri, non è possibile immaginare di contare sempre e solo su grandi comunità LGBTQIA+, su luoghi che la sostengono e ne tutelano i diritti. Per questo, la sfida lontano dai grandi centri necessita di reimmaginare la lotta per la comunità LGBTQIA+ in modo che tutti gli strati della società prendano consapevolezza del ruolo cruciale che svolgono. Nei piccoli centri è importante che la lotta per la parità di genere, per i diritti delle persone diversamente abili, per la comunità LGBTQIA+, per le minoranze etniche e tutte le categorie i cui diritti vengono limitati, faccia sentire la sua voce in un unico coro. La nostra forza e ispirazione risiede proprio nell’eterogeneità all’interno della nostra associazione e delle nostre comunità, nei valori di accoglienza, calore e convivialità tipici della nostra Sicilia e delle nostre comunità locali. Ed è grazie a questa forza che vogliamo assicurarci che il rispetto e la valorizzazione dell’unicità non siano affidati alle onde residuali provenienti dai grandi centri o da fenomeni di globalizzazione, ma, anzi, che crescano di moto proprio.

Inoltre, essendo Cammarata e San Giovanni Gemini due comuni separati, sebbene sia difficile coglierne la separazione geografica e nonostante un fallito tentativo di unirli in un unico comune qualche anno fa tramite un referendum, abbiamo voluto rendere il ‘Paesello’ un luogo che sfidasse questa idea di divisione tra le nostre comunità, divisioni che indeboliscono le piccole realtà. Per questo, il 10 agosto, il Paesello Pride avrà luogo in entrambi i comuni. Partirà da uno spiazzale di fianco al municipio del comune di Cammarata, attraverserà alcune arterie principali di entrambi i comuni, passerà di fianco al municipio del comune di San Giovanni Gemini, per poi finire in una festa a cielo aperto durante la quale non esisterà differenza alcuna tra cammaratesi e sangiovannesi, tra persone queer e non. Almeno per quel giorno, esisteranno soltanto persone che celebrano la bellezza dell’unicità di tuttз!

 

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