Legge contro l’Omotransfobia, la risposta delle associazioni LGBT al testo base

La comunità LGBT compatta a sostegno della legge contro l'omotransfobia. Pioggia di consensi e un'unica richiesta: "Legge subito ma nessun passo indietro".

alessandro zan
5 min. di lettura

Ieri sera è stato depositato in Commissione Giustizia alla Camera il testo base unificato della legge contro l’’omobitransfobia, al termine di una lunga giornata segnata dall’ostruzionismo leghista. Ora avrà inizio la discussione sul testo, con voto in Commissione atteso per la prossima settimana. Successivamente arriveranno gli emendamenti.

Nel frattempo, le associazioni LGBT hanno finalmente potuto constatare il contenuto del DDL Zan, reagendo tendenzialmente positivamente. “Il testo è sicuramente migliorabile: serve un dibattito di merito, serio e non ideologico, che ci permetta di sfruttare al massimo questa occasione per contrastare concretamente l’odio omobitransfobico e la misoginia”, ha dichiarato Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. “In occasione dello scorso 17 maggio, l’Agenzia Europea per i diritti fondamentali, che ha realizzato la più ampia ricerca sulle persone LGBTI+ dell’area Ue, ci ha restituito l’immagine di una Italia in cui le persone LGBTI+ subiscono un’oppressione quotidiana, capillare: il 62% di loro teme di prendere per mano il o la partner in pubblico, il 30% che dichiara di evitare determinati luoghi a causa del rischio di subire aggressioni e il 32% che ha subito molestie nell’ultimo anno. Questo clima condiziona non solo le vite di chi subisce il fatto criminale ma impone a tutti gli altri e le altre la rinuncia o la ricontrattazione graduale di alcune libertà fondamentali, che hanno a che fare con la propria identità e le persone con cui si condividono relazioni affettive o sessuali, ma che a catena coinvolgono tutte altre. Il Governo e la maggioranza parlamentare hanno ora l’occasione di affrontare un ostacolo imponente nella nostra cultura dominante, un problema irrisolto da decenni: è perciò auspicabile che la discussione del testo abbia tempi certi e sia esente da trattative al ribasso, ma anzi si ponga l’obiettivo della migliore legge possibile. Il testo depositato interviene sia sulla parte penale, sia sulle politiche di prevenzione e contrasto e di sostegno alle vittime. Vengono estese le norme penali legate ad aggravante e istigazione alla discriminazione e alla violenza fondate su sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. E questo è un punto importante, atteso da decenni. Sul fronte delle politiche attive e di sostegno alle vittime, apprezziamo l’estensione delle competenza di UNAR all’ambito LGBTI, l’istituzione di un fondo di 4 milioni di euro per i centri antiviolenza e le case rifugio (pochissimi rispetto alle dimensioni del fenomeno ma pur sempre un inizio), e l’istituzione di una ricerca ISTAT triennale per porre rimedio al fenomeno dell’under reporting in questo ambito. La legge può rappresentare un importante avanzamento dell’attuale situazione di pressoché totale disimpegno da parte delle istituzioni sul tema delle discriminazioni verso le persone LGBTI+. Ma molto ancora si può e si deve fare. Resta irrisolto ad esempio il complesso tema della propaganda discriminatoria che, fatto salvo per il razzismo, resta un vuoto nel nostro ordinamento, da affrontare presto, con serietà e con sguardo ampio e trasversale. Ma è del tutto assente nel testo anche il tema importantissimo delle teorie riparative, cioè dei percorsi a cui vengono sottoposte persone lgbti+, spesso minori, per correggere un orientamento o un genere ritenuto non conforme alle attese. Una forma di sevizia gravissima, che in numerosi paesi europei – l’ultima è stata la Germania – è stata espressamente e severamente vietata. L’auspicio è che l’Italia faccia altrettanto, e lo faccia cogliendo l’occasione che offre questo testo di legge, per liberarci definitivamente di queste barbarie dal sapore medievale”, ha concluso Piazzoni.

Siamo felici che sia stato depositato il testo unificato in merito alle discriminazioni e all’odio per sesso, genere, orientamento sessuale ed identità di genere e auspichiamo che si costruisca un fronte compatto di maggioranza capace di blindare la discussione e arrivare all’approvazione nel minor tempo possibile senza alcun compromesso. La comunità LGBTI+ aspetta da oltre 25 anni questo traguardo e la politica ha la responsabilità di dare una risposta chiara e netta. Come Possibile sosterremo la battaglia per una legge di cui il nostro Paese ha estrema necessità, come dimostrato dalle cronache quotidiane che, anche in questo mese del Pride, sono state macchiate da violenze di stampo omotransfobico”, hanno invece commentato Beatrice Brignone, segretaria nazionale di Possibile, e Gianmarco Capogna, portavoce di Possibile LGBTI+. “La maggioranza ed il Parlamento non perdano questa occasione storica di approvare una buona legge contro l’omobitransfobia, una legge che dobbiamo dedicare a tutte le persone che in questi anni sono stati vittime di odio e violenze e che hanno continuato una resistenza quotidiana. Dedichiamo questa legge a loro e, proprio per questo, chiediamo che sia evitata ogni forma di compromesso al ribasso”, concludono i due esponenti di Possibile.

12 associazioni LGBT (ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana, Antinoo Arcigay Napoli, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Mixed LGBTI, Omphalos LGBTI, Associazione Quore, Coordinamento Torino Pride GLBT, Pochos Napoli, PRIDE Vesuvio Rainbow, Associazione Famiglie Arcobaleno, ARC Cagliari e MIT – Movimento Identità Trans), si sono invece così ritrovate in un’unica dichiarazione congiunta.

Il disegno di legge presentato nella giornata di ieri, a prima firma dell’On. Alessandro Zan, è l’esito di un lungo percorso di confronto, di mediazione tra associazioni e forze politiche e rappresenta per noi un compromesso accettabile su cui non siamo però disposti a fare nessun ulteriore passo indietro. Valutiamo positivamente lo sforzo fatto per uscire dalla logica della sola repressione penale, che ha mostrato negli anni di essere insufficiente per assicurare il cambiamento culturale di cui il Paese ha bisogno. L’omolesbobitransfobia è un’emergenza reale nel nostro Paese, e può essere efficacemente combattuta grazie a una serie di azioni positive che puntino a formare e informare le cittadine e i cittadini sulle tematiche legate all’orientamento sessuale, al genere e all’identità di genere. Le reazioni negative dei movimenti bigotti e reazionari, anche in presenza di un testo equilibrato e non ideologico come questo, dimostrano come in questo Paese ci sia un enorme problema di omolesbobitransfobia e che un intervento legislativo sia quanto mai necessario. L’urgenza di questo intervento ci spinge a chiedere alle forze politiche presenti in Parlamento di procedere a un esame celere del disegno di legge per arrivare alla sua approvazione in tempi ragionevoli. Noi associazioni, per il nostro ruolo e per la nostra storia, resteremo vigili e attente affinché le nostre vite e le nostre identità non siano oggetto, ancora una volta, di trattative umilianti finalizzate all’ennesimo compromesso al ribasso. Chiunque si presterà a giochi di palazzo sulle nostre teste ne risponderà davanti alla comunità LGBT+ italiana.

Chi prosegue nella sua delirante battaglia ideologica, pregna di disinformazione, è ovviamente la Lega, con Simone Pillon che ha così attaccato il testo base del ddl:
Testo vergognoso. Peggio del previsto. Confermate le pene da 1 anno e 6 mesi fino a 6 anni di galera per chi dissenta dal pensiero unico in materia di matrimonio gay, adozioni gay, utero in affitto e indottrinamento gender nelle scuole (art. 1). È prevista la rieducazione mediante lavoro gratuito presso le associazioni LGBT per gli omofobi (art. 3) Sono previsti 4 milioni di Euro per finanziare la propaganda LGBT nelle scuole e nelle amministrazioni pubbliche. (art. 5, 7 e 9). È vergognoso che in tempo di pandemia, con le famiglie e le imprese alla fame, si minacci la libertà di pensiero e si trovino soldi per finanziare i capricci di pochi. Non la faremo passare“.

Una minaccia che il parlamento tutto, con maggioranza di Governo in testa, è chiamata a sotterrare.

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