Dopo 48 ore di polemiche e fake news, Alessandro Zan e Simona Malpezzi, senatrice del Partito Democratico, hanno provato a fare il punto sulla legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo, che tornerà a Palazzo Madama non prima di ottobre. Da destra hanno subito cavalcato l’onda, parlando di “emergenza finita” e Pd in ritirata dinanzi ad un DDL “morto e sepolto”. Ma la verità sta altrove, come da noi spiegato ieri. Molto banalmente, ci sono delle urgenze a pendere sui senatori della Repubblica che hanno la precedenza tecnica su una legge di iniziativa parlamentare come il DDL Zan.
“I decreti hanno la precedenza, perché scadono. Hanno 60 giorni di vita ed entro questi 60 giorni il Parlamento deve convertirli in legge. Il DDL Zan non è morto, sono fake news, è nel pieno dell’iter legislativo“, ha tuonato il deputato Pd. “I decreti hanno precedenza nel calendario dei lavori rispetto a tutte le leggi di iniziativa parlamentare. Noi del Pd non molliamo di un millimetro. Anche alla Camera arrivavano i decreti e il DDL slittava. Ma appena si è palesata una finestra temporale dove calendarizzare la legge noi l’abbiamo fatto. Tutti quelli che cercano di far passare l’idea che i partiti di maggioranza hanno mollato la legge sono quelli che in realtà la legge non la vogliono. Utilizzano questa scusa per far passare un messaggio sbagliato. Sono stupidaggini“.
Malpezzi ha puntato il dito contro quelli che nelle ultime 48 ore hanno alimentato la polemica del ‘rinvio’, dopo aver fatto di tutto per affossare il DDL. “Chi polemizza oggi ha proposto il non passaggio agli articoli, con voto segreto, vedi Forza Italia. Tutti i partiti di governo non hanno toccato il tema DDL Zan perché c’è stato richiesto in conferenza dei capigruppo una settimana di lavori in commissione giustizia solo per la riforma del processo civile, il disegno di legge delega sul penale a cui si è aggiunto il decreto crisi di impresa. Quando la commissione ti chiede di poter lavorare ulteriormente per poter rispettare i tempi di approvazione, è chiaro che tu debba darli. Senza polemiche. Questo non significa che il DDL Zan non sia più una priorità, ma è un disegno di legge e come tale arriva dopo i decreti e i pnrr. Oggi non abbiamo la mappatura dei lavori“.
Dinanzi all’intero mese di settembre occupato dall’approvazione dei vari decreti, dai primi di ottobre ci sarà probabilmente la possibilità di trovare uno spazio per il DDL Zan. “Necessario aggiornarsi strada facendo, raccontando quali possano essere le difficoltà di calendario“, ha confessato la senatrice, che ha voluto smontare anche l’immagine di un DDL rinviato. “Non era neanche fissato in calendario”. “Tecnicamente non si poteva calendarizzarlo, non c’è stato nessun rinvio. Capisco la preoccupazione, perché sembra sempre che ci sia altro. Ma noi ci siamo. Non abbiamo cambiato opinione e posizioni su questa legge, da votare così com’è. Ma non dimentichiamoci che quando terminerà la discussione generale, arriverà la richiesta di non passaggio agli articoli, a voto segreto. Bisognerà votare per evitare che la legge torni in discussione“. Richieste firmate Forza Italia e Lega, con il serio rischio che l’intera legge affondi definitivamente, tornando in commissione. “Alla prima finestra utile troveremo una data, possibilmente condivisa“, ha concluso Malpezzi. “Magari la prima settimana di ottobre, quella che parte il 4. Ma non abbiamo ancora parlato di date. Sarebbe anche bello che quella proposta di non passaggio agli articoli venisse ritirata“.
Richiesta utopistica, dinanzi ai barbari leghisti che non vedono l’ora di arrivare al voto segreto, con Zan costretto a smontare anche il mito del DDL rinviato causa imminenti amministrative nelle grandi città. “Non c’entrano niente. Non sono elezioni che riguardano il parlamento. Ci sono decreti in scadenza e il senato deve ratificarli. Vero che i diritti vengono prima di tutto, ma questa è una legge di iniziativa parlamentare”. “Speriamo di avere anche Italia Viva al nostro fianco, che si è sfilata dopo averla votata alla Camera. Per pura coerenza politica“.
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