È stato presentato in anteprima mondiale nel segmento Panorama Italia di Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, Let’s Kiss – Franco Grillini Storia di una rivoluzione gentile di Filippo Vendemmiati. Un docufilm che ripercorre 40 anni di battaglie per i diritti LGBT attraverso gli occhi, i ricordi e la voce di Franco Grillini, politico e attivista da sempre impegnato nella lotta per il riconoscimento dei diritti civili. Oggi 66enne, presidente onorario dell’Arcigay nato a Pianoro, in provincia di Bologna, Grillini ha iniziato la sua ‘militanza omosessuale’ nel 1982, all’età di 27 anni, quando accetta sè stesso e abbraccia la sua seconda vita.
Vendemmiati, vincitore del David di Donatello nel 2011 grazie al documentario “È stato morto un ragazzo-Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia“, ha girato per 3 anni insieme a Franco, da subito entusiasta dinanzi a questo progetto che ripercorre la sua esistenza, pubblica e privata, intrecciandola con i cambiamenti sociali e politici che hanno attraversato il Bel Paese. Attraverso l’emozionante e al tempo stesso divertente racconto in presa diretta dello stesso Grillini, il docu-biopic ricostruisce i luoghi simbolo della vita di Franco, con tono leggero e materiale documentale inedito, testimoniando una lotta dura e gentile nel nome della dignità̀ e dell’uguaglianza. Trent’anni di storia politica italiana che partono dalle umilissime origini di Grillini, nato in povertà e con una mucca chiamata “Checca” da coccolare, figlio di contadini che intraprende la strada degli studi contro l’iniziale volere paterno.
Grazie a meravigliosi filmati d’epoca e con l’accompagnamento musicale di Paolo Fresu, Vendemmiati fa riemergere dibattiti televisivi figli di un’Italia arrettrata e omofoba, con Mike Bongiorno, Papa Giovanni Paolo II e Paola Binetti che in tv parlano di “devianza omosessuale”, Enzo Biagi che si domanda “quanti omosessuali” esistano nel nostro Paese e Gianfranco Funari che monta un’intera trasmissione chiedendo ai propri ospiti se “accetterebbero” un omosessuale in casa come amico. Diventato bidello per scelta, Grillini fa coming out nel 1982, dopo aver rotto gli argini con il suo primo storico ragazzo. Da quel momento la militanza LGBT diventa la sua stessa vita. Bologna conquista lo scettro di “capitale gay” d’Italia, con le prime manifestazioni di piazza e la storica fondazione del Cassero, nell’estate del 1982, che vede Franco in prima linea.
Ma gli anni ’80 sono anche gli anni dell’AIDS, che inizialmente lo stesso OMS etichetta follemente come “malattia degli omosessuali”. Anni di silenzi, di incapacità politica, di paura, di morte, con l’Italia che diventa il 3° Paese d’Europa per diffusione della malattia grazie anche alla cecità politica, che sottovaluta il problema e pubblicamente finge che non esista. Grillini e l’Arcigay si inventano qualcosa che nessuno aveva mai provato a fare, regalando condom in strada. Inizialmente 2000 in un pomeriggio, poi centinaia di migliaia negli anni successivi, ‘clandestinamente’, perché gli opuscoli informativi ministeriali invitavano i giovani alla castità. Vendemmiati vola a New York insieme a Grillini nell’estate del 2019 per prendere parte allo storico World Pride per i 50 anni di Stonewall. Le immagini del Pride newyorkese si legano alle immagini del primo storico Pride di Roma, nel 1994, e all’epocale Pride del 2007 a piazza San Giovanni, quando un milione di persone si ritrovò in strada per replicare alla piazza del Family Day.
Nel 2015, quando il Parlamento approva le unioni civili e i militanti si ritrovano in Piazza Navona per festeggiare, Grillini non c’è, perché costretto in ospedale alla chemioterapia. Ma dalla piazza lo chiamano, al telefono, per ringraziarlo. Perché quella vittoria “è anche sua”. E Franco si commuove insieme all’intera sala Conciliazione, il caso vuole situata a pochi metri dalla basilica di San Pietro, che ricorda quei momenti con un brivido di orgoglio, tanto da far scattare un sincero applauso.
Parlamentare per 7 anni, dopo la prima candidatura andata a vuoto nel 1987, Grillini torna ad avere la voce rotta dalla commozione quando ricorda l’amata mamma Mafalda. Nata povera, semifanalfabeta, operaia, e da lui portata alla Camera dei deputati sei mesi prima che morisse. La fece sedere sul suo scranno da deputato della Repubblica. Stroncata dal cancro, mamma Mafalda era orgogliosa di suo figlio, che non ha mai avuto timore di combattere pubblicamente anche la sua malattia. Scoperta nel 2007, peggiorata nel 2014, con il mieloma ancora oggi quotidianamente combattuto, dopo aver perso 60 kg in pochi mesi e aver seriamente pensato di non farcela.
In 90 minuti Grillini racconta la sua intera esistenza, stracolma di aneddoti pubblici e privati, di ricordi indelebili, che inevitabilmente si legano alla recente storia politica e sociale nazionale, con il DDL Zan prossima conquista da abbracciare. Una memoria storica, quella narrata da Vendemmiati e Grillini, chiamata a sopravvivere anche al cospetto delle nuove generazioni, perché non può esserci futuro senza passato. Perché qualsiasi lotta ventura deve necessariamente prendere spunto e forza dalle gentili lotte trascorse, che ci hanno straordinariamente condotto dove siamo oggi. Dimenticarlo sarebbe onestamente imperdonabile. Ecco perché documentari come Let’s Kiss sono non solo utili, ma semplicemente necessari.
Noi abbiamo un debito di riconoscenza verso quest’uomo che ha speso tutto se stesso per la nostra dignità .
Non posso dimenticare , nei primi dibattiti TV sul Matrimonio per tutti , quando rispondendo a chi diceva fosse aberrante definirlo ” matrimonio” disse ” Chiamatelo Pippo , se volete , ma fatelo”. Quell’indefinibile di Angelino Alfano ( con la complicità dei 5S) è stato capace di snaturarlo in dirittura d’arrivo.