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Il 31 luglio del 2006 Franco Grillini, all’epoca deputato della Repubblica, presentò un’interrogazione parlamentare a sostegno di Aldo Braibanti, “vittima di una delle più eclatanti discriminazioni ai danni di un omosessuale che la recente storia italiana ricordi”, affinché gli venisse riconosciuto il vitalizio dalla cosiddetta Legge Bacchelli, “destinato a quei cittadini che abbiano dato lustro alla patria e che versino in stato di necessità”. Un vitalizio che potesse tramutarsi anche in forma di risarcimento morale per la vicenda giudiziaria che lo vide protagonista.
Denunciato per plagio nei confronti di due giovani maggiorenni, riconosciuto colpevole e condannato a nove anni di carcere, commutati a sei in appello, Braibanti è stato il primo e unico cittadino italiano ad essere condannato per il reato di plagio in epoca repubblicana. Il vitalizio in favore di Aldo Braibanti divenne realtà nel 2007, con il Governo Prodi, ovvero poco dopo l’avviso di sfratto dall’appartamento di via del Portico D’Ottavia a Roma, dove viveva e conservava un archivio di 7.000 volumi e di innumerevoli opere artistiche.
Franco Grillini è sbarcato alla 79esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per assistere alla prima mondiale de Il Signore delle Formiche, film che Gianni Amelio ha dedicato proprio alla memoria di Aldo. Con il presidente onorario Arcigay abbiamo parlato di Braibanti, chiedendo lui se ci siano analogie tra quel processo all’omosessualità che fece scandalo a fine anni ’60 e l’Italia di oggi.
“Braibanti racconta l’Italia di oggi perché è figlio dell’Italia di ieri che purtroppo è in buona parte ancora l’Italia di oggi. Fu la punta dell’iceberg di una persecuzione che possiamo e dobbiamo definire di Stato. Era organizzata e voluta dallo Stato”.
Grillini ha ricordato come all’epoca ci fosse “un ordine delle questure di perseguitare gli omosessuali che si incontravano all’aperto. Ho avuto decine di persone trascinate dalla polizia con l’avviso ai famigliari, con tragedie personali che maturavano con questo tipo di persecuzioni. Atteggiamenti vessatori nei confronti delle persone omosessuali, cominciati con il fascismo”.
Anche il partito comunista, come si vede perfettamente nel film di Gianni Amelio, a suo tempo era fortemente omofobo, persino dinanzi ad un compagno, ad un partigiano vittima di un processo folle, condannato per plagio.
“Braibanti ha corso il rischio di non avere neanche i soldi da mangiare, negli ultimi anni della sua vita“, ha sottolineato Grillini, che all’epoca sentiva telefonicamente Aldo quasi tutte le settimane. “Il suo caso cadde nel totale disinteresse, prima, durante e dopo il processo. Nessuno si occupava di lui, se non i radicali con Marco Pannella e qualche intellettuale. Ho voluto fare l’interrogazione parlamentare del 2007 che ha poi originato l’applicazione della Bacchelli per Braibanti, perché era sacrosanto fare un gesto risarcitorio verso una persona che era stata perseguitata e che secondo me era un simbolo degli omosessuali perseguitati in Italia”, ha proseguito Grillini. “Aldo andava aiutato. Braibanti è il simbolo delle persecuzioni che abbiamo subito tutti in questo Paese, soprattutto noi che facciamo parte di quella generazione. Amelio ha fatto un film anche su sè stesso, perché vittima di omofobia. Il Signore delle Formiche è un grande film che riguarda tutti noi, ancora adesso, perché ancora adesso è in corso una persecuzione di Stato”.
A poco più di due settimane dal voto che potrebbe portare la destra al Governo del Paese, Grillini ha denunciato i rischi che correremmo al cospetto di un esecutivo guidato da Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
“Questa non è una destra normale, è una destra estrema. Si rischia l’effetto che abbiamo avuto subito dopo quello schifoso applauso del Senato contro il DDL Zan, ovvero il via libera agli omofobi. La bocciatura della legge contro l’omotransfobia ha avuto un messaggio implicito: potete fare quello che volete contro gli omosessuali. Il 25 settembre può rappresentare il superamento di questo confine, ciòè il “potete fare quello che volete”. Che la persecuzione nei confronti degli omosessuali diventi legittima. Questo è il vero pericolo. Le frasi tranquillizzanti di Giorgia Meloni sono penose. Si tranquillizza soltanto approvando quella legge. Tutto il resto è fuffa”.
A seguire l’interpellanza presentata da Franco Grillini nel 2006, con relativi deputati cofirmatari.