Da sabato 23 ottobre a domenica 31 ottobre 2021, sul palco dell’OFF/OFF Theatre andrà in scena Discarica, spettacolo scritto e diretto da Silvano Spada, con Vladimir Luxuria che torna a teatro insieme a Roberto Alpi, Elena Croce, Blu Yoshimi, Filippo Contri e Andrea Verticchio.
Nella periferia di una città, ai margini di una discarica abbandonata, vivono e s’incontrano persone, ognuna con la propria storia di vita. Esseri umani per varie ragioni emarginati dalla società, che insieme ricostruiscono nuovi tipi di famiglia solidale. La discarica come metafora di tutto ciò che l’attuale società ancora oggi esclude, rifiuta. Il testo affronta alcuni dei temi attuali di maggiore impatto sociale: i cinismi di una competitività esasperata, gli eccessi del consumismo e i disagi delle diversità e delle emarginazioni. In questa sorta di “rifugio”, irrompe la violenza di bande delinquenziali e razziste.
Abbiamo un manager licenziato a cinquant’anni, a causa della ristrutturazione della sua azienda, per cui è precipitato in una vita contro il sistema; una transessuale sfrattata che deve ricostruirsi una vita, un ragazzo che fa uso di droghe, abbandonato dal contesto in cui vive, e una ragazza con disagi psicologici, frutto in parte del suo ambiente famigliare, oggetto di bullismo e comportamenti antisociali. In questo gruppo s’inserisce un giovane studente universitario che, nonostante tutto, conserva la sua fiducia nel futuro, con il suo piglio refrattario alla violenza, pronto a dare il suo contributo per costruire una società migliore.
Per il lancio di Discarica abbiamo intervistato Vladimir Luxuria, spaziando tra attualità politica e spettacolo teatrale.
Con Discarica torni a teatro in qualità di attrice, in una sorta di viaggio-metafora tra rifiuti “umani” che vivono ai margini della società. Realtà quantomai attuale, soprattutto nei confronti di Roma. Cosa aspettarsi da questo testo.
Intanto non abbiamo trovato la soluzione allo smaltimento dei rifiuti. La discarica è un luogo fisico dove trovano rifugio persone che non hanno casa. Ma è anche un luogo metaforico, perché luogo dove si trovano le persone discriminate, dileggiate, schifate dai cosiddetti normali.
Qual è il tuo personaggio nello spettacolo scritto e diretto da Silvano Spada.
Sono Fanny, una transessuale che ha avuto un percorso diverso dal mio. Sono stata molto fortunata io, perché la gente mi ferma per strada per chiedermi i selfie, vado in tv, ma non posso dimenticare le Fanny che non ce l’hanno fatta. Mi viene alla mente una trans discriminata al cubo, come straniera, come trans, come clochard. Un episodio che risale al 2013, si chiamava Andrea, era colombiana e camminava claudicante perché le avevano spezzato una gamba. Portava due codini, perché si sentiva sempre un po’ una bambina. Non aveva una casa, chiedeva l’elemosina. L’hanno trovata morta ammazzata alla stazione Termini, presa a sprangate. I colpevoli non sono mai stati individuati. E ricordo quando andai al funerale, insieme ai volontari della croce rossa che l’avevano sempre aiutata, io, che ho sempre combattuto contro i pregiudizi, cedetti al pregiudizio nei confronti dell’omelia. Invece, il prete che ha officiato il funerale, l’ha sempre declinata al femminile, per poi dire questa frase: “Se Gesù oggi fosse tra di noi andrebbe ad abbracciare queste persone”. Fu una cosa che mi colpì profondamente. Io con questo spettacolo voglio dare memoria, voce, dignità a tutte quelle che non ce l’hanno fatta, a tutte le amiche che ho perso per AIDS, suicidi, overdose, una strage effettuata da un serial killer che si chiama solitudine. Interpretando Fanny avrò sempre nella mente queste persone. Fanny in questa discarica trova una famiglia. Andrea, ex manager licenziato che diventa barbone; l’affetto di una coppia, Valeria e Marco, tossicodipendente; e anche la tenerezza della contessina, donna anziana con un disagio mentale. Ma il bello di questo spettacolo è l’umiltà di queste persone che vivono nella discarica e la grettezza, la volgarità e la bassezza di questi figli dell’alta borghesia, annoiati, che alla fine dello spettacolo decideranno di andare a divertirsi in questa discarica per aggredire i diversi.
Dal 23 al 31 ottobre 2021 sarete sul palco dell’OFF/OFF Theatre di Roma. Poi lo spettacolo girerà l’Italia? Ci sono altre tappe che si possono annunciare?
Per il momento siamo solo a Roma. La prima è di 10 anni fa, al Festival di Todi. Se lo spettacolo va bene, come mi auguro, andremo anche altrove. Adesso che sappiamo che il teatro va avanti con il 100% di capienza, c’è maggiore possibilità di capire che cosa ne sarà di noi.
L’Italia di oggi sembra essere attraversata da non pochi esseri umani emarginati in vari modi dalla società. La comunità LGBT, da questo punto di vista, subisce ancora discriminazioni. Il DDL Zan tornerà a breve in Senato. Sei fiduciosa?
Fiduciosa e battagliera fino alla fine. Bisogna crederci sempre. Meno ottimista rispetto a prima, sì. Penso che, dopo la presa di posizione di Italia Viva, il cammino è più tortuoso e in salita. Speriamo, vediamo quello che succede.
Da mesi si dibatte sull’eventualità di apportare alcune modifiche al DDL già approvato alla Camera.
Il problema della modifica è chiaro. Se cambi il testo si torna alla Camera. Poi ci sono delle modifiche che mi fanno molto innervosire. Perché togliere l’identità di genere, questi ci vogliono portare in discarica pure a noi, nella discarica del dimenticatoio? Questo devono farmi capire. C’è un problema proprio tecnico. Chi chiede le modifiche non è interessato alle modifiche, ma a spedire la legge su un binario morto.
Tornando alla “Discarica” teatrale, si può parlare di rifiuti anche in ambito politico dinanzi all’avanzata fascista che si fa sempre più rumorosa, tanto dentro quanto fuori dai palazzi. Un fenomeno che ritieni sottovalutato o sopravvalutato? Come frenare l’avanzata sovranista ed estremista?
Sicuramente è un fenomeno esistente. I responsabili dell’assalto alla CGIL e al pronto soccorso, che hanno picchiato i poliziotti, sono persone di Forza Nuova ben note. Le responsabilità verranno accertate da chi di dovere, ma c’è questa emergenza. Però non bisogna neanche pensare che il popolo dei No Vax sia composto solo da queste persone. In un mondo in cui tutto cambia, queste persone hanno trovato in questa ideologia assurda, medievale rispetto alla scienza, alla medicina e alla ragione, una loro identità. Anche violenta.
A Milano e Bologna sono state elette due consigliere transgender. Monica Romano per Beppe Sala e Porpora Marcasciano per Matteo Lepore, 25 anni dopo Marcella Di Folco (in realtà è la prima tra i non eletti, ma tutto fa pensare che farà presto parte della squadra, ndr). Tu hai mai pensato di candidarti su Roma, che è ormai diventata la tua città?
Faccio i miei complimenti ad entrambe, che conosco. Ma su Roma no, non ci ho mai realmente pensato. Non rientra nei miei progetti.
Nel 2023, invece, quando si tornerà al voto, rivedremo Vladimir candidata alla Camera dei Deputati?
Se me lo chiedono perché vogliono una persona che porti avanti certi ideali in modo coerente, sì. Se c’è un partito capace di assumersi il rischio di avere una persona pronta ad andare contro il partito stesso, qualora prendesse decisioni contro gli interessi della comunità LGBTQ+, perché sia ben chiaro che io non lecco il culo a nessuno, allora sì. Ma se serve solo per portare voti ad un partito, allora no. Se ci fosse un progetto, se il partito fosse credibile e credesse davvero in certi ideali, allora sì, non mi tirerei indietro.