Un’altra puntata importante per Che Tempo che Fa, quella andata ieri in scena su Nove, che continua a fare servizio pubblico anche se fuori da quella Rai a trazione meloniana che ha gentilmente accompagnato alla porta Fabio Fazio.
Luciana Littizzetto è entrata in studio al fianco di due mamme di Padova, città in cui la Procura aveva chiesto la cancellazione di quasi 40 famiglie arcobaleno. Poi il colpo di scena, avvenuto la scorsa settimana, con la stessa Procura che si è ora affidata alla Corte Costituzionale.
"Caro Giovanni,
Volevo chiederti scusa. Noi con te noi abbiamo perso".@lucianinalitti a #CTCF pic.twitter.com/PDfC6hLe6e— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) November 19, 2023
Littizzetto ha spiegato quel che sta avvenendo a Padova, con decine e decine di bambini che potrebbero essere privati di una delle due mamme a causa di una politica cieca e sorda, che si ostina a non voler legiferare, dichiarando guerra a famiglie che esistono, che sono tra noi.
“Voglio dire a tutti, vi prego, quando parlate dei diritti della famgilia non dite che lo fate per i bambini cerché non lo state facendo per i bambini. Anzi, gli fate male al bambino, che vuole che non succeda niente, che vuole una vita tranquilla e serena“. “Questo è quello che si chiede, questo buco legislativo crea tutto questo casino”. “Esistono queste coppie, ci sono sempre state”.
Applausi a scena aperta per Littizzetto, che ha successivamente letto una sua lettera idealmente indirizzata a Gabriele, nome di fantasia del 13enne che la scorsa settimana si è suicidato impiccandosi, a Palermo. L’adolescente era stato più volte deriso per il suo presunto orientamento affettivo. “Sei frocio, sei gay, sei una femminuccia”, gli insulti che gli piovevano addosso nelle chat. Sono stati aperti due fascicoli di indagine, dalla procura per i minorenni e dalla procura ordinaria, per istigazione al suicidio del povero Giovanni, ucciso dal bullismo di Stato.
Questa la letterina di Luciana Littizzetto.
“Caro Giovanni, volevo chiederti scusa. Noi con te abbiamo perso. E abbiamo perso nella maniera più terribile, perché è stata una sconfitta ma senza un vero vincitore. Hanno perso gli adulti, ha perso la scuola che doveva proteggerti, ha perso la società che ancora non capisce quanto sia utile, e necessaria e fondamentale un’educazione sessuale e sentimentale a scuola. Oggi in Italia un giovane su sei è vittima di bullismo. Il 20% tra gli 11enni. Più femmine che maschi. Il 70% dei ricoveri per tentato suicidio sono giovani e dall’inizio della pandemia questi casi sono aumentatia dismisura. Sono tanti, tantissimi, ma anche se fosse solo uno sarebbe una tragedia. Quindi ora mi rivolgo a te, Giovanni o Giovanna, che porti gli occhiali spessi, che hai il girovita di Asterix, i denti da coniglio e le orecchie divaricate. A te che le feste nessuno ti invita, che non conosci Pogba ma Quasimodo, a te che mangi sempre la stessa merenda o che balbetti. A te che tutti i giorni vai a scuola con il terrore addosso e preferiresti emigrare in Mozambico.
Ci vai pieno di paura perché ci sono dei compagni che ti perseguitano e opgni giorno ti prendono in giro, ti spingono, ti menano e ti rendono la vita impossibile. Ti svelo un segreto non c’è niente di impossibile, una soluzione si trova sempre, non devi arrenderti. Il mondo non finisce con la tua scuola.
Se la vita fosse un film al cinema non sei nemmeno alla fine del primo tempo.
La cosa davvero impossibile è tenersi tutto dentro e sopportare e soffrire senza dire niente a nessuno.
Il mondo è fatto così. Male. Per il mondo sei sempre troppo basso o troppo alto, con un naso troppo grande e le orecchie troppo a sventola, non sei abbastanza macho o non sei abbastanza figa…
Sei appassionato di quello che studi? Secchione.
Non studi niente? Cretino.
Ti piace qualcuno dello stesso sesso? Frocio, lesbica.
Ti piacciono i fumetti e l’arte? Frocio, lesbica.
Sei sensibile? Frocio, lesbica.
Comunque tu ti comporti, c’è sempre qualche stronzo che ti prende di mira.
Ma Sappi che se c’è una colpa non è certo tua. È di chi vede e se ne frega. È di chi ti sta intorno e non si accorge.
Io credo che il senso del nostro stare al mondo sia soprattutto questo: accorgersi.
Accorgersi di come stanno gli altri, accorgersi di chi chiede aiuto in silenzio, accorgersi della sua fatica a stare al mondo, del peso che ogni giorno si porta appresso.
Accorgersi che dietro a un ‘Va tutto bene’ in realtà c’è un ‘Va tutto male’.
Accorgersi, semplicemente.
E invece spesso noi non ci accorgiamo di niente, finchè è troppo tardi.
Perché è vero che il bullismo c’è sempre stato, ma un tempo stava chiuso nelle quattro mura della classe, non restava in quell’archivio perpetuo e mondiale delle schifezze che è internet…
E poi dire “c’è sempre stato” non significa niente.
Anche lo scorbuto e la rogna ci sono sempre stati, ma per fortuna abbiam trovato dei rimedi.
Quindi non fate sciocchezze, ragazzi, chiedete aiuto, scegliete un adulto, quello che vi sembra meno pirla, e andate a parlare con lui, raccontategli tutto. Tutto, tutto, tutto.
Fidatevi di me. I bulli possono essere sbullonati. E con l’aiuto di un adulto, li sbulloniamo più in fretta.”P.S. Ciao Giovanni. Di solito davanti a questi dolori si dice ‘facciamo un passo indietro’.
Ecco no. Per te Giovanni dobbiamo fare un passo avanti e dire che la battaglia contro il bullismo non è persa. E anche un centimetro guadagnato vuol dire salvare una vita.
C’è un numero di telefono per chi è vittima o vuole denunciare degli atti di bullismo contro i minori: è il 114, attivo 24 ore su 24.”