Palermo, si suicida a 13 anni per bullismo, deriso per il presunto orientamento affettivo

Il ragazzo aveva rapporti tesi con la famiglia, i genitori sapevano del disagio a scuola. Il colloquio con lo psicologo. Il divieto di uscire sabato sera e poi il suicidio. L'indagine (in aggiornamento).

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Articolo in aggiornamento

A Palermo un ragazzo di 13 anni si è tolto la vita, e la tragica decisione sarebbe stata influenzata dal fatto che veniva deriso a scuola, anche per il suo presunto orientamento affettivo (fonte: IlFatto), e bullizzato dai suoi coetanei (Corriere Palermo). La scuola in questione è la “Vittorio Emanuele Orlando” di viale Strasburgo a Palermo, che ha sospeso le proprie attività per due giorni, oggi 13 novembre e domani 14.

La stessa scuola, secondo quanto emerge dalle prime ricostruzioni giornalistiche (fonte: QN), aveva in precedenza avvisato la famiglia della condizione di disagio e tormento nella quale il ragazzo viveva per il proprio presunto orientamento affettivo. Questo particolare è confermato dal Giornale di Sicilia, che riferisce che “già in passato la dirigente scolastica avrebbe segnalato alla famiglia il disagio del ragazzo.

La tragedia è avvenuta sabato sera, quando i genitori dell’adolescente hanno trovato il corpo esanime del giovane, e hanno subito contattato i carabinieri. A quanto pare il ragazzo ha atteso l’uscita dei propri genitori, per affrontare l’ultimo disperato gesto.

La Procura dei Minori di Palermo e la Procura di Palermo hanno aperto due fascicoli, e avviato le indagini per chiarire i dettagli di questo evento e per determinare se, come starebbe emergendo nel corso delle ore, il giovane sia stato spinto a compiere l’atto estremo a causa del clima di discriminazione e oppressione in relazione  al suo presunto orientamento omoaffettivo.

I militari dell’Arma hanno ascoltato i genitori del ragazzo di tredici anni, che sono profondamente sconvolti dall’accaduto, e hanno sequestrato il suo telefono cellulare e il suo computer portatile, nel tentativo di trovare segnali che possano gettare luce su questa terribile vicenda. Nei prossimi giorni gli inquirenti avranno maggiori elementi per verificare se ci siano gli estremi per procedere con un’accusa di istigazione al suicidio.

Ulteriori indizi potrebbero emergere dai suoi amici e compagni di scuola.

Attualmente si sta conducendo un’indagine in corso, quindi non posso rilasciare alcuna dichiarazione“, ha detto Maria Letizia Russo, preside della scuola media di Palermo frequentata dal giovane, al Giornale di Sicilia. Visibilmente scossa, la dirigente ha preferito non aggiungere altro. La signora Russo è alla guida della scuola da soli due mesi e, dopo aver appreso della tragica morte dell’adolescente, ha preso la decisione di sospendere le lezioni per due giorni. La notizia ha sconvolto i compagni di classe del ragazzo, che torneranno a scuola dopodomani. Nel frattempo, domani parteciperanno ai funerali, che si terranno presso il cimitero di Santa Maria dei Rotoli.

Il giovane aveva precedentemente frequentato la prima media in un’altra istituzione scolastica, situata sempre nello stesso quartiere. Tuttavia, a causa di problemi con i compagni, aveva successivamente deciso di trasferirsi nella sua scuola attuale. L’anno scorso aveva avuto un colloquio con uno psicologo, e secondo quanto ricostruito da La Sicilia, un ulteriore incontro era stato pianificato per il prossimo mercoledì. Non solo: La Sicilia riferisce che anche l’ex dirigente si sarebbe accorta che qualcosa non andava tanto da avvertire la famiglia dello studente. “Era ben integrato e aveva buoni voti” sostengono gli insegnanti, ma la loro versione cozza con quanto raccontato dai compagni del ragazzo, che riferiscono invece di serie difficoltà di inserimento da parte del giovane. Secondo quanto raccontato dai ragazzi, la situazione già molto difficile era aggravata dai rapporti tesi con i genitori che fino allo stesso sabato sera avrebbero avuto una discussione col figlio, al quale avrebbero vietato di uscire. La sera stessa il ragazzo si è tolto la vita.

Già poco dopo il suicidio, gli investigatori hanno cominciato a seguire diverse piste per comprendere le circostanze che hanno portato il ragazzo a compiere l’estremo gesto. E sono emersi dettagli riguardanti la probabile pressione psicologica che il giovane avrebbe subito, pressione man mano divenuta un peso insopportabile per lui. Le chat presenti sul cellulare del ragazzo e il contenuto del suo computer sono ora sotto la lente d’analisi degli inquirenti, che potranno valutare se e come formulare un capo d’accusa per istigazione al suicidio e nei confronti di chi.

Di recente alcuni esponenti della maggioranza di destra che sostiene il Governo Meloni, durante un dibattito nelle aule del Parlamento della Repubblica, hanno definito la proposta di inserire l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole primarie e secondarie una “nefandezza” e una “porcheria”. (gf)

 

gabriele suicidio 13 anni palloncini bianchi

Addio Gabriele, ucciso a 13 anni dal bullismo di Stato

A Palermo i funerali dell’adolescente che si è tolto la vita sabato scorso dopo a seguito dell’oppressione legata al suo presunto orientamento affettivo.

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foto cover di repertorio: Jezael Melgoza su Unsplash

 

Il COMUNICATO STAMPA DI ARCIGAY PALERMO

Palermo, 13 novembre 2023

Nel novembre 2012, a Roma, Andrea Spezzacatena si uccide a causa del bullismo di cui era vittima a scuola, da compagni che lo “accusavano” di essere gay. Aveva solo 15 anni. Nel gennaio 2023 Lucas, 13 anni, si uccide per lo stesso motivo a Golbey, in Francia. Sono solo due tra moltissimi esempi dolorosi di adolescenti che, in tutto il mondo si sono suicidati non perché omosessuali, ma perché si sono trovati a vivere in un contesto ferocemente omofobo.
La salute e il benessere mentale tra i e le giovani delle scuole superiori (di età compresa tra 14 e 18 anni) è un problema serio: secondo diverse ricerche il 10%-20% di tutti gli adolescenti sperimenta depressione e tendenze suicidarie, soprattutto in relazione a fenomeni come il bullismo. Secondo una ricerca del 2020, questa percentuale arriva a raddoppiare e in certi casi a triplicare nel caso di giovani LGBTQIA+.

Le cause della tragica morte del tredicenne allievo della scuola Vittorio Emanuele Orlando di Palermo non sono state ancora accertate, e forse non lo saranno mai del tutto.
Ma, unendoci al dolore della famiglia, delle amiche e degli amici, della scuola, non possiamo che riflettere sul fallimento collettivo della comunità educante: tutta, dalle istituzioni alle associazioni, dalle dirigenze ai collaboratori scolastici.
Dobbiamo riuscire a migliorare la capacità di farci carico del disagio e delle difficoltà che colpiscono le e gli adolescenti, che troppo spesso diventano bersaglio perché appaiono “diversi” rispetto a una norma che li vorrebbe tutte e tutti uguali, eterosessuali, cisgender, magri, bianchi, alla moda.

Daniela Tomasino, vicepresidente nazionale Arcigay: “Due anni fa il ddl Zan è stato affossato per un articolo che introduceva timidamente degli interventi in tutte le scuole (per la giornata del 17 maggio), mostrando l’incapacità della politica italiana di prendersi cura delle e dei giovani, che necessitano assolutamente di programmi di educazione alle differenze, all’affettività, alla sessualità e al consenso.
In una giornata di lutto come quella odierna, come associazione per la promozione dei diritti delle persone LGBTQIA+, come parte della comunità educante, come cittadine e cittadini italiani non possiamo esimerci dal constatare il fallimento della politica e contemporaneamente rilanciare la proposta di un’alleanza per il benessere delle e dei nostri adolescenti: un’alleanza tra istituzioni politiche e amministrative, scuole, agenzie educative, associazioni e collettivi.”

“Per quanto riguarda il nostro contributo – dichiara Mirko Pace, presidente di Arcigay Palermo – il Centro antidiscriminazioni Protego, che gestiamo insieme a istituzioni e associazioni, è a disposizione per laboratori, seminari e workshop in tutte le scuole di ogni ordine e grado delle province di Palermo e Trapani. Per realizzare insieme pratiche di contrasto al bullismo omolesbobitransafobico, provando a intervenire in un campo in cui nessun governo italiano ha mai avuto la volontà di agire.
Potete contattarci su [email protected] e sui nostri canali social: il nostro obiettivo, che dovrebbe essere quello di tutte e tutti, è costruire un mondo migliore in cui non si consumino più tragedie come queste.” 

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johnwhite 13.11.23 - 21:26

Un 13enne non si suicida se gli urlano "gay" con violenza soltanto. Non è un insulto, a quell'età la diffamazione avviene continuamente per ogni cosa.

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