Maria Rosaria Boccia porterà Sangiuliano alle dimissioni: la grottesca farsa di un governo misogino (e omobitransfobico)

AGGIORNAMENTO DEL 4 SETTEMBRE: Boccia ha pubblicato audio ed email con i quali si evidenziano contatti con il Ministero per avviare le pratiche di una consulenza tra la donna e il dicastero presieduto da Sangiuliano.

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Maria Rosaria Boccia Gennario Sangiuliano
Maria Rosaria Boccia Gennario Sangiuliano
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AGGIORNAMENTO DEL 4 SETTEMBRE ORE 7.38: Boccia ha pubblicato audio ed email con i quali si evidenziano contatti con il Ministero per avviare le pratiche di una consulenza tra la donna e il dicastero presieduto da Sangiuliano. L’audio si riferisce a uno scambio tra Boccia e un funzionario del ministero (Dottor Mazza). Nella conversazione si fa riferimento anche a un decreto firmato dal ministro Sangiuliano. L’audio dimostra anche che Maria Rosaria Boccia registrava le telefonate. Perché?

 

Maria Rosaria Boccia, imprenditrice di Pompei e “consigliera fantasma” del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, sta facendo tremare il Governo Meloni. Il Ministro della Cultura presto si dimetterà, per precisa richiesta di Meloni, che è stata sbugiardata in diretta tv.

Un governo, quello presieduto per la prima volta da una donna, che, ricordiamo qui su Gay.it, si distingue per una scoppiettante reputazione di machismo, misoginia e omobitransfobia. Non sorprende che una donna caparbia come Boccia venga trattata come una minaccia da neutralizzare, piuttosto che una risorsa da valorizzare. E non sorprende la straripante misoginia sui media.

Sangiuliano e le sue gaffe epiche

(Prima di ricordarvi le gaffe del ministro, suggerisco un memorabile articolo del nostro collega Federico Colombo, qui su Gay.it: Perché leggiamo? Per non essere Sangiuliano)

Partiamo dunque dal protagonista maschile di questa tragicommedia da Bagaglino di Canale 5: Gennaro Sangiuliano, il Ministro della Cultura  noto più per i suoi scivoloni culturali che per i suoi contributi al settore.

Tra le sue perle di beata ignoranza, resta agli annali l’affermazione che Dante Alighieri avrebbe prefigurato il sovranismo, un’osservazione che ha fatto sbellicare i libri di storia.

Sangiuliano ha paragonato l’Unione Europea all’Impero Romano, come un liceale che aspiri alla sufficienza scribacchiando un tema farcito di frasi sensazionali.

Stellare l’affermazione del nostro Ministro della Cultura secondo cui Cristoforo Colombo avrebbe cercato di raggiungere le Indie circumnavigando la Terra sulla base delle teorie di Galileo Galilei. Peccato che Galileo sia nato quasi sessant’anni dopo la morte di Colombo.

Times Square è a New York, ma da Sangiuliano a un certo punto fu collocata a Londra: forse il ministro la confuse con Trafalgar Square.

Ricordiamo anche quando, durante la premiazione del Premio Strega 2023, Sangiuliano ammise candidamente di non aver letto i libri in gara, nonostante avesse votato per il vincitore. Lo stupore di tutti fu sublimato nelle attonite parole di Geppi Cucciari (sia lodata), che trovò il modo di sorridere chiedendo al Ministro della Cultura se fosse almeno riuscito a sfogliare le copertine.

E come dimenticare la gaffe su Napoli? Il Ministro della Cultura, in un post su Instagram, celebrò i “due secoli e mezzo” della città, quando in realtà intendeva parlare dei 2.500 anni di storia. Figuraccia così eclatante che il post fu rimosso rapidamente, con successivo licenziamento (anzi, dimissioni volontarie, vabbé) del social media manager.

Gaffe, scivoloni, abissi di ignoranza che non fanno altro che rafforzare l’immagine di un governo guidato da un machismo reazionario, pronto a calpestare chiunque non si conformi alla sua visione cavernicola, patriarcale, surreale, grottesca e indegna del paese che conserva il più grande patrimonio culturale dell’umanità.

Lo scandalo Maria Rosaria Boccia

Veniamo allo scandalo che vede Maria Rosaria Boccia, donna con due lauree (online), determinata, certamente ambiziosa (qualcuno dice megalomane, come sempre si dice per noi donne), mutuata immediatamente in facile bersaglio da un governo notoriamente machista, omobitransfobico e ostile alle minoranze. Un governo presieduto da una donna che detesta essere chiamata La Presidente e chiede di essere appellata al maschile nella sua carica istituzionale.

Boccia ha osato dire la sua in un contesto nel quale le donne devono sorridere e annuire e sottoporsi al gioco di potere del maschio. Boccia non solo ha avuto l’ardire di accompagnare il ministro Sangiuliano in diverse trasferte, ma ha anche avuto la sfacciataggine di dichiarare di essere stata una consigliera per i grandi eventi senza, udite udite, essere stata nominata ufficialmente! Uno scandalo, secondo la logica di un governo che sembra considerare la competenza femminile come una forma di stregoneria. O di segreteria, dipende.

È successo questo. Ieri sera, durante il talk show In Onda su La7 condotto da D’Aprile/Telese, Maria Rosaria Boccia ha iniziato a pubblicare sui social documenti riservati del Ministero (censurando i dati sensibili), dopo che nei giorni precedenti, grazie anche all’incalzare di Dagospia (sia lodato) documenti e foto che la ritraggono fianco a fianco con il ministro, durante eventi e riunioni (sul suo IG c’è pure un video in cui i due tagliano insieme il nastro di non so quale opening al Forte Santa Tecla di Sanremo lo scorso Lugglio).

La cosa curiosa è che poche ore prima dell’imbarazzante momento su La7, la Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana aveva asserito alla stampa che Sangiuliano aveva garantito il contrario (parole di Meloni: “mi ha garantito che questa persona non ha avuto accesso a nessun documento riservato del G7 e che neanche un euro degli italiani è stato speso per lei“) e cioè che Maria Rosaria Boccia non era mai stata nominata ufficialmente consulente del ministero e che nessun soldo pubblico era stato speso per pagare Boccia. La presidente del Consiglio è stata sbugiardata insieme al suo ministro. Dice infatti Boccia: “Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri tant’è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal Capo Segretaria del Ministro”.

I documenti pubblicati negli ultimi giorni, e fino a poche ore fa, da Boccia su IG (li trovate su tutti i quotidiani e io li ho salvati sul mio telefono), dimostrano il suo coinvolgimento diretto nell’organizzazione del G7 della Cultura a Pompei. Diciamolo, che figuraccia. Il G7 della Cultura, dopo quello sulla guerra (pardon, sulla geopolitica) a Fasano in masseria, è quella manifestazione che dovrebbe illuminare l’eccellenza italiana e che, con l’attuale governo di rischiatutto, si trasforma in una pietosa fiera delle vanità maschili italiote.

Il Governo Meloni: machismo e omobitrasnfobia di Stato

E che dire del contesto più ampio? Giorgia Meloni, la premier che ha fatto della persecuzione delle minoranze (famiglie arcobaleno e persone transgender in primis) una missione politica, difende a spada tratta il suo ministro, nonostante le clamorose discrepanze tra le affermazioni di Sangiuliano e le prove schiaccianti presentate da Boccia. Meloni, che si atteggia a paladina di un conservatorismo patriarcale, sembra avere un solo criterio per valutare i suoi ministri: la fedeltà alla linea dura del machismo governativo. Un criterio che Sangiuliano soddisfa in pieno.

Ciò che lascia di stucco è la superficialità con cui ieri la Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana ha messo la mano sul fuoco sul ministro Sangiuliano, per essere sbugiardata pochi quarti d’ora più tardi via social dalla stessa Boccia. Ma in che mani è questo paese?

Il trattamento riservato a Maria Rosaria Boccia

Torniamo al cuore della vicenda. Il trattamento riservato a Maria Rosaria Boccia è emblematico di come questo governo tratti le donne che osano alzare la testa. Nonostante le sue doppie lauree e le collaborazioni con importanti università italiane, Boccia viene ridotta a una figura marginale, il cui contributo viene sistematicamente sminuito. E quando cerca di difendersi, viene trattata come una piantagrane che non sa stare al suo posto. Il messaggio è chiaro: una donna, soprattutto se competente e ambiziosa, non è benvenuta in un ambiente dominato da uomini che, per dirla tutta, non hanno neppure il buon senso di nascondere la propria ignoranza.

Il governo in panne verso un Meloni 2?

Il caso Boccia-Sangiuliano racconta con i toni del grottesco quanto questa maggioranza politica disprezzi tutto ciò che è diverso e non conforme al maschio alfa alla Lollobrigida (palese) e a quello più subdolo alla Sangiuliano (velato). Maria Rosaria Boccia è solo l’ultima-ma-non-ultima vittima di una deriva di ignoranza e arroganza (che sempre vanno a braccetto). Tuttavia, questa volta, l’ambiziosa (qualcuno dice megalomane) determinazione di Boccia, unita alla tenacia con cui Dagospia assedia questo governo meglio di Repubblica-LaStampa-Domani-Manifesto messi insieme, potrebbe portare alla crisi di governo.

Le eventuali dimissioni di Sangiuliano, unite a quelle di Santanché afflitta dai processi, alla possibile esclusione di Lollobrigida travolto dalle sue questioni private con Arianna, sorella di Meloni ed ex-compagna del ministro della sovranità alimentare, e considerando anche la sostituzione del ministro Fitto, che sarà commissario all’Unione Europea, indurrebbe Mattarella a chiedere che il governo ripassi per la fiducia alle Camere: quando sostituisci una pattuglia di ministri- in questo caso ben 4 – devi necessariamente ottenere una nuova fiducia dal parlamento. Non è dovuto, ma la prassi vorrebbe così, e così sarà certamente per l’attuale inquilino del Quirinale.  Nascerebbe quindi un Meloni 2? Chissà che a Maria Rosaria Boccia non tocchi qualche ruolo!

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