Fa ancora rumore l’ennesimo mancato patrocinio della regione Lombardia al Milano Pride, perché incredibilmente considerato “divisivo e discriminatorio“.
Beppe Sala, sindaco della città, ha ricordato come dal 2011, ovvero da quando il centrosinistra siede a palazzo Marino, la città di Milano abbia sempre concesso il patrocinio, a differenza di quella regione a trazione leghista che per il sesto anno consecutivo con Attilio Fontana presidente si è negata. “Una scelta ideologica e non pratica, patrocinare non significa fare una dichiarazione giurata in cui si dicec ondivido pienamente tutto quello che queste comunità dicono e fanno ma fare un atto di sensibilità. Noi crediamo di stare con fermezza con chi difende i diritti umani nella loro complessità“, ha precisato Sala nel corso di una diretta social chiamata «Cose in Comune» e interamente dedicata al mese del Pride, che partirà ufficialmente domani e si chiuderà in grande stile il 29 giugno con il Milano Pride.
“Salirò come sempre sul palco per ribadire con forza la nostra vicinanza, come Comune e come uomo“, ha precisato Sala, che ha pubblicamente invitato “le famiglie e i nonni con i bimbi” alla manifestazione. “Non è un problema di indirizzare la cultura dei nostri bambini ma far conoscere loro certe tematiche nella loro complessità, è utile per rendersi più conto dei temi che trattiamo“, ha insistito il sindaco, che è tornato ad attaccare il governo Meloni per la sua insensata e reiterata guerra alle famiglie arcobaleno. “C’è un’apparente follia legislativa, perchè se due mamme partoriscono in Italia si registra solo la madre biologica, se i bimbi nascono all’estero si trascrivono tutte e due perchè lo dice il diritto europeo. Ma continueremo a batterci“.
Come riportato da IlGiornale Sala ha definito Milano come “prima città italiana in ambito internazionale che ha accolto in modo strutturale la comunità Lgbt+, passando il messaggio che non devono avere difficoltà a inserirsi sia socialmente che professionalmente. E non possiamo non riconoscere che Milano ha sviluppato interi sistemi economici e professionali che sono un fiore all’occhiello del Paese in cui queste comunità trovano gratificazione, mi riferisco alla moda e alla creatività. Lo sviluppo che questi settori hanno avuto non si sarebbe potuto realizzare senza il contributo fondamentale della comunità gay“.
Per quanto riguarda il mancato patrocinio al Pride della regione Lombardia, Luca Paladini, fondatore dei Sentinelli di Milano nonché consigliere in Regione, ha annunciato una mozione per il 18 giugno, in aula. “Perché siano almeno pubbliche le posizioni tra chi vuole una società aperta e chi discrimina”. Ma da destra nessun passo indietro. Secondo Christian Garavaglia, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, “manifestazioni come il Pride hanno più volte dimostrato di offendere e insultare chi ha opinioni diverse dalla loro. E le logiche divisive non appartengono a Regione“.
Qui tutte le tappe dell’Onda Pride 2024.
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