Beppe Sala, sindaco di Milano sceso in piazza 10 giorni fa a sostegno delle famiglie arcobaleno, è oggi sbarcato a Bruxelles per parlare anche dei diritti dei figli delle coppie omogenitoriali italiane, dichiaratamente discriminate dal governo Meloni. Dopo aver fatto squadra con altri sei sindaci di centrosinistra, che hanno chiesto alla premier una legge ad hoc, Sala ha ipotizzato un doveroso fronte comune tra Verdi, Sinistra, Terzo Polo e M5s, in modo da trovare una convergenza affinché questi bambini non siano più discriminati.
“È evidente che il centro-destra è forte, ma io ricordo a tutti che in sette anni da sindaco ho visto sei governi, e ho detto tutto. Non diamo per scontato che questa battaglia si debba perderla, anzi”. Sala, nel corso di una conferenza stampa che ha visto anche la partecipazione della copresidente dei Verdi Terry Reintke e del capodelegazione Pd Brando Benifei, ha poi chiesto ufficialmente l’intervento dell’Europa.
“Sono qui per chiedere il vostro sostegno prima di tutto per i diritti dei bambini”. “So che per la maternità surrogata nche nel mio partito ci sono idee diverse. In tutti gli altri casi è ora di agire”. “I numeri non sono grandi”. “A livello nazionale stiamo parlando di qualche decina di registrazioni fatte, con alcune in attesa ora”. “Dicono, ‘perché vi occupate di una questione così minoritaria?’. Ma è una questione fondamentale. I numeri illustrano solo una parte della verità”. “Bisognerebbe incontrare quelle famiglie che chiedono la registrazione, come ho fatto io. Quando ascolti le loro storie e capisci attraverso che cosa sono passati, capisci che anche se non sono numeri eccessivi è una questione fondamentale“.
“L’Unione europea deve prendere nelle sue mani la questione della maternità surrogata, perché è molto delicata e non può essere lasciata agli Stati“, ha proseguito il sindaco di Milano. “È fondamentale per noi perché non vedo un modo per risolvere la questione in Italia. La seconda cosa è spingere il Governo italiano ad essere chiaro se vogliono stare con la Polonia e l’Ungheria o vogliono avere un approccio europeo reale e accettare lo spirito sociale dell’Europa“.
Terry Reintke, al suo fianco, gli ha dato ragione: “È evidente che quello milanese e italiano non è “un caso isolato”, trattandosi di una ripercussione contro la comunità Lgbtq e contro le minoranze in generale, a volte anche per distrarre da altre questioni politiche. Per questo chiederemo un dibattito in plenaria perché non riguarda solo l’Italia ma riguarda tutta la comunità Lgbt europea”.
“È necessario che il Parlamento italiano porti avanti una proposta di riconoscimento dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali e il matrimonio egualitario, con adozioni come previsto per le coppie eterosessuali“, ha continuato Brando Benifei. “Su questo il PD, con la segretaria Elly Schlein, ha già fatto una proposta e ci sta lavorando insieme a parlamentari come Alessandro Zan, da sempre in prima linea. La scelta della destra di bloccare sia le registrazioni degli atti di nascita da parte dei Comuni sia la proposta di regolamento per un certificato europeo di filiazione rappresentano una pericolosa deriva: Meloni si dimostra la migliore alleata dei governi di Ungheria e Polonia”.
Nella giornata di oggi Famiglie Arcobaleno ha ringraziato i 7 sindaci che hanno chiesto un incontro urgente a Meloni e a Piantedosi, ribadendo però come non ci possano essere figli di serie A e di serie B anche all’interno delle coppie omogenitoriali, con i bimbi e le bimbe con due mamme trascritti e quelli con due papà lasciati in un limbo discriminatorio. La palla, ora, passa anche all’Europa.
© Riproduzione Riservata