Si torna a parlare di Mille, in particolar modo del videoclip del tormentone lanciato dall’inedito trio Fedez – Achille Lauro – Orietta Berti. Qualche giorno fa vi abbiamo riportato lo sfogo social al termine delle riprese di Paola Penelope, drag queen presente nel montaggio, che non ha ritenuto professionale l’approccio con cui lo staff si sarebbe posto nei suoi confronti e di quelli di un’altra collega. Scarsa attenzione alla propria arte, ritardi infiniti, mancanza di visibilità i tre punti principali del commento all’esperienza.
Ai microfoni di SkyTG24, il produttore del videoclip Antonio Giampaolo ha ottenuto diritto di replica, spiegando nel dettaglio che né lui, né la sua azienda hanno come principio quello di sminuire l’arte drag:
Non intendo continuare la polemica ma voglio spiegare che ci dispiace non aver garantito la visibilità che Paola si aspettava. La nostra azienda racconta spesso tematiche LGTB e siamo molto sensibili al tema, quindi queste accuse ci sembrano fuori luogo. Penso che ci sia stata un’incomprensione. […] Abbiamo trattato Paola con riguardo. Aveva un camerino personale dotato di aria condizionata, a uso suo e della collega, dal momento che il loro vestiario di scena è molto complesso, così come il trucco.
Per quanto riguarda il compenso della prestazione, il produttore ha sottolineato che quello pattuito con le artiste è stato pari a quello previsto per le altre comparse, le quali hanno tutte compilato e firmato la liberatoria per le immagini (a differenza di quanto rivelato da Paola Penelope, relativamente al suo caso). La stessa, inoltre, vieterebbe la diffusione di immagini dal set, clausola non rispettata dalla drag queen sui social network. Circa l’uso in senso discriminatorio del termine “trans” da parte dell’aiuto-regista, Antonio Giampolo ha una versione opposta rispetto a quella di Paola:
Lo nego io come lo negano altre 68 persone presenti. L’ha sentito soltanto lei, che si trovava su un terrazzo a 70 metri di distanza. Sono certo che ci sia stata un’incomprensione vista la distanza tra Paola e l’aiuto-regia, ma ciò che a noi preme è che non si dica che il mondo dei videoclip sia discriminatorio. Noi ci teniamo a veicolare messaggi di parità di genere, si tratta di tematiche a cui siamo estremamente sensibili. Quindi questa è stata una polemica che lascia il tempo che trova.
“Forse Paola pensava che sarebbe stata più presente nel video”, ha concluso il produttore, che ha tuttavia sottolineato come alcune comparse che hanno partecipato alle riprese non sono state incluse nel montaggio finale. L’invito per Paola Penelope, tuttavia, è a partecipare ad una nuova produzione, a conferma dell’impegno che la società mette in campo per la promozione di valori come l’inclusività, umana e professionale. “Hai risolto un bel problema”, ne rimarranno altri mille?
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