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Giovani e HIV, l’allarme LILA: ‘la maggior parte dei nuovi casi in Italia nella fascia d’età 25-29 anni’

“Subito le norme per consentire ai minori i test HIV senza l’autorizzazione dei genitori”, commenta Massimo Oldrini della LILA.

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L’annuncio da parte della Ministra della Salute Giulia Grillo di voler rinnovare una normativa che darà la possibilità anche ai minorenni di eseguire i test per l’HIV e per altre IST (Infezioni sessualmente trasmissibili) senza il consenso dei genitori o del tutore legale ha ovviamente raccolto il plauso della LILA, Lega italiana per la lotta contro l’AIDS.

Il provvedimento è finalmente dietro l’angolo, all’interno di un Paese in cui la maggiore incidenza dei casi di HIV e di altre IST si registra non a caso nelle fasce giovanili, in particolare tra le persone di 25-29 anni (15,9 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 25-29 anni) mentre oltre la metà di tutte le nuove diagnosi annue avviene con grave ritardo (diagnosi tardive): ci si accorge cioè di aver contratto il virus solo perché si comincia a stare male, quando si è già in fase di AIDS conclamata o prossimi a questa condizione.

Bene l’annuncio della Ministra Grillo. Ora subito le norme per consentire i test senza l’autorizzazione dei genitori. Salviamo la salute dei ragazzi e delle ragazze!”. “L’impegno del Ministro e il parere positivo della Garante sono due ottime notizie – commenta Massimo Oldrini, Presidente Nazionale della LILA – ora speriamo che la politica faccia davvero il suo dovere varando le norme necessarie. Questo assurdo ostacolo deve essere subito rimosso come raccomandano anche tutte le agenzie internazionali dall’OMS a UNAIDS”.

Un accesso tempestivo alle terapie Antiretrovirali (ART), ricordano dalla LILA, è infatti fondamentale per tutelare al meglio la salute delle persone con HIV ma anche per evitare che il virus possa essere trasmesso, inconsapevolmente ad altri o altre partner. Le persone che seguono correttamente le terapie ART possono raggiungere un livello di carica virale nel sangue talmente basso da non essere rilevabile. Questo stato clinico, oltre a permettere un livello di salute simile a quello della popolazione generale, rende le persone con HIV non infettive, con ricadute straordinarie sul piano della prevenzione. Per questo è così importante promuovere e diffondere l’accesso al test eliminando tutte le barriere che ne ostacolano il ricorso.

L’impossibilità per i minori di ricorrere all’esame diagnostico senza autorizzazione dei genitori o di un giudice tutelare costituisce, invece, un enorme macigno sulla strada della prevenzione e un grave vulnus per il diritto alla salute dei più giovani.

Si tratta di un ostacolo assurdo e anacronistico – ha concluso Massimo Oldrini- nonostante autorevoli ricerche evidenzino come l’età dell’esordio sessuale si vada abbassando e si attesti, ormai, intorno ai quindici anni”. “Per questo impedire o ostacolare l’accesso ai test per HIV e IST ai più giovani mette a rischio la loro salute e provoca conseguenze gravissime in termini di contenimento dell’infezione da HIV”.  “Ciò che serve è facilitare e promuovere l’accesso dei giovani a tutti gli esami relativi alla salute sessuale ma anche l’inclusione nei curricola scolastici di percorsi dedicati all’educazione sessuale e affettiva”.

 

 

 

 

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