Il DDL contro l’omofobia presentato ieri dalla destra nazionale ha suscitato rabbia, indignazione e la giusta dose di perplessità, visti contenuto e forma. La commissione giustizia al Senato ha doverosamente votato a maggioranza la priorità assoluta in favore del DDL Zan, essendo già stato approvato alla Camera dei Deputati, ma la senatrice dem Monica Cirinnà ha comunque voluto affondare la legge firmata Salvini, Ronzulli, Quagliarello e Binetti.
“Il testo depositato dal centrodestra non è soltanto l’ennesimo tentativo di ostacolare l’iter di approvazione del ddl Zan, ma è anche profondamente insoddisfacente“, ha scritto sui social la madre delle unioni civili. “Sul piano giuridico, entra in conflitto frontale con la legge Mancino e con l’aggravante speciale già prevista per i reati fondati su etnia, nazionalità e religione: una duplicazione di norme inutile e dannosa, perchè offre una tutela minore. Inoltre, esclude da ogni forma di tutela le persone trans: e questo è profondamente e assolutamente inaccettabile, così come la mancata menzione del genere“.
E non è tutto. È anche sul “piano politico“, scrive Cirinnà, che “va respinto il tentativo di escludere tutele, ma anche l’assenza delle azioni positive, che mirano a prevenire l’omolesbobitransfobia con misure di carattere sociale e culturale“. “Questo testo è l’ennesimo segnale del fastidio della destra verso la legge Mancino e, più in generale, verso la necessità di nominare l’odio, riconoscendolo, prevenendolo e punendolo per quel che è: un attentato alla convivenza democratica“.
Anche Laura Boldrini, senatrice dem, ha sottolineato come “la destra ci prova ancora: annuncia una pdl che entra in conflitto con la legge Mancino e indebolisce le tutele per le vittime dell’odio. Ma non riusciranno a fermare una legge di civiltà“.
Come scritto ieri, la commissione Giustizia di Palazzo Madama, con 12 voti a favore e 9 contrari, ha approvato la richiesta avanzata da M5S e Pd di discutere in Aula solo ed esclusivamente il testo del ddl già approvato dalla Camera, ovvero il DDL Zan. In tal senso, visto l’ostruzionismo firmato Ostellari, si fa sempre più largo l’ipotesi di uno sbarco immediato a palazzo Madama del DDL Zan, senza relatore e in fuga dalla commissione a trazione leghista.
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