Riempiti di botte perché gay, senza altro motivo: pura omofobia. Mauro Padovani, 46 anni, nato a Lavagna, in provincia di Genova, ed emigrato in Belgio cinque anni fa, lunedì è stato aggredito sotto casa insieme al marito Tom Freeman, 59, italoamericano naturalizzato belga e malato di Alzheimer, da una coppia di vicini armati di spranga.
Li hanno lasciati a terra in un bagno di sangue. Ma Mauro ha deciso di reagire: il giorno dopo ha pubblicato sui social le foto dei loro volti tumefatti.
Was brutal…
Pubblicato da Mauro Padovani su Lunedì 6 agosto 2018
“Voglio sia fatta giustizia”, la coppia ha raccontato al Corriere, “ci hanno sputato in faccia. Ci hanno insultato. E poi hanno iniziato a picchiarci con un bloccasterzo. In testa, sulla schiena, sulle gambe. Ovunque. E tutto questo solo perché siamo gay. Io amo il Belgio. Ci siamo sposati qui. Ora però non mi sento più al sicuro”.
All’inizio, quando i due si sono trasferiti in quel palazzo appena fuori Gand, nelle Fiandre, tutto andava per il meglio: il quartiere li ha accolti con affetto e il clima era di assoluta apertura. Finché non è arrivata quella coppia di giovani omofobi: lui bulgaro, lei croata.
“Avranno poco più di vent’anni. Quando ci siamo andati a presentare ci hanno detto subito: “Noi odiamo i gay””. Le violenze, fisiche e verbali, sono andate crescendo: “Una volta ci hanno tirato addosso dei mattoni. Quando ci vedevano ci urlavano sempre contro. Ci siamo rivolti più volte alla polizia. Ma non ci hanno mai dato ascolto”.
Lunedì scorso la situazione è degenerata, il giorno tra l’altro del compleanno di Tom. “Stavamo andando da amici a festeggiare. Eravamo appena saliti in auto quando il nostro vicino si è avvicinato e ci ha sputato sul vetro. Mio marito è sceso. Ha provato a calmarlo. E quello per tutta risposta gli ha dato un pugno in faccia. Io ho preso il bloccasterzo. Ma il ragazzo me l’ha strappato dalle mani e ha iniziato a colpirci”.
Il referto parla di lesioni importanti: due vertebre schiacciate per Tom, contusioni sparse per Mauro. Le forze dell’ordine a questo punto si sono attivate e circa duecento persone sono scese in piazza per solidarietà. Con l’aggravante di omofobia – che in Belgio esiste, a differenza che nel nostro Paese – lui rischia quattro anni. Lei è stata invece condotta in un’altra città.
Al Corriere il fumettista ha ripercorso in breve anche la storia del suo amore: “Ho conosciuto Tom online 12 anni fa. Ci siamo innamorati subito. All’inizio era una storia a distanza. Poi, cinque anni fa ci siamo sposati e io ho lasciato la Liguria per le Fiandre. Non c’è stato un momento più felice nella mia vita. Un anno dopo mio marito si è ammalato. Ha l’Alzheimer. Ed è la cosa che mi ha fatto più male, lunedì. Vederlo a terra in lacrime. Picchiare una persona come lui è come picchiare un bambino”.
“Com’è possibile che succeda una cosa del genere in una bella città come Gand? Amo questa città, ma ora non mi sento più al sicuro. Il Belgio è un paese gay friendly. Qui abbiamo avuto la possibilità di sposarci ed è una cosa stupenda. Ma la polizia dovrebbe proteggerci. Quando vengono picchiati anche gli omosessuali perdono sangue, proprio come tutti gli altri”.
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