Una piccola apertura da parte della Chiesa nei confronti dei “figli LGBT”? È questo che si potrebbe evincere dall’incontro di Papa Francesco, nel corso dell’udienza del mercoledì, con un gruppo di genitori con figli LGBT, membri dell’associazione Tenda di Gionata.
La rappresentanza, una quarantina tra padri e madri, ha regalato al Pontefice un libro, intitolato “Genitori fortunati”, in cui viene raccontata l’esperienza nella comunità della Chiesa per una persona non eterosessuale.
La vicepresidente dell’associazione Mara Grassi, come riportato da Avvenire, ha riferito al Papa:
La nostra associazione vuole far dialogare la Chiesa e le famiglie con figli LGBT. Prendendo spunto dal titolo del libro che gli abbiamo presentato, ho spiegato che noi ci consideriamo fortunati perché siamo stati costretti a cambiare lo sguardo con cui abbiamo guardato sempre i nostri figli. Quello che abbiamo ora è uno sguardo nuovo che ci ha permesso di vedere in loro la bellezza e l’amore di Dio. Vogliamo creare un ponte con la Chiesa, perché anche la Chiesa possa cambiare lo sguardo verso i nostri figli, non escludendoli più ma accogliendoli pienamente.
Da parte dell’associazione, quindi, una richiesta di apertura per non escludere le persone LGBT. E da parte di Papa Francesco, invece, arriva una risposta chiara e positiva:
La Chiesa non li esclude perché li ama profondamente.
Un segnale di apertura? Una minima accettazione?
Lettere e testimonianze di genitori con figli LGBT
Il gruppo di padri e madri di figli LGBT ha consegnato al Papa anche delle lettere di altri genitori, in cui viene descritto il difficile cammino di accettazione. Troppi i ragazzi che hanno deciso di andarsene di casa, o sono stati costretti, di fronte a genitori credenti che sono riusciti a capirli.
Ma oltre a storie negative, ci sono anche genitori che hanno voluto accettare l’omosessualità del proprio figlio. Toccante, ad esempio, la lettera scritta dalla signora Anna. Come madre di un figlio LGBT la donna considerava il ragazzo sbagliato, perché gay. Unico modo per poter vivere serenamente, per il ragazzo, era non essere sé stesso. Poco importavano gli effetti a livello mentale. Questo, Anna, non poteva accettarlo. Solo con l’aiuto di alcune associazioni, Anna è riuscita a capire come ci si senta ad essere esclusi da una comunità, quella della Chiesa, solo perché di un diverso orientamento sessuale.
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E' comprensibile la sofferenza di questi genitori che amano i propri figli gay e nello stesso tempo hanno fede e vogliono restare dentro la chiesa ed è commovente come si aggrappano ad ogni piccolo segnale di apertura delle gerarchie ecclesiastiche. Purtroppo da questa chiesa cattolica non otterranno mai nulla, la condanna dell'omosessualità è scritta nei concetti fondanti della teologia cattolica. Queste uscite del papa è puro marketing, lo prova il fatto che non decide di scrivere nulla mentre sui testi ufficiali (l'enciclica umanae vitae, le lettere di Ratzinger per la pastorale degli omosessuali, il testo del catechismo, ecc..) rimane la condanna totale e senza rimedio degli omosessuali.