È stato rinviato a giudizio il professore tacciato di omofobia, che nel 2014 avrebbe percosso e aggredito verbalmente uno studente all’epoca 14enne.
Il processo si aprirà il 23 aprile del 2019, con le pesantissime accuse di percosse, lesioni, ingiurie e abuso d’ufficio. “Essere gay è una brutta malattia“, avrebbe detto il professore al ragazzino, come immediatamente denunciato dai suoi genitori. Un caso di omofobia che divenne nazionale e che ora finirà in un’aula di tribunale. Secondo il capo d’imputazione formulato dalla procura, l’uomo, durante una lezione e davanti ai compagni di classe, avrebbe deriso l’alunno alludendo alla sua presunta omosessualità.
“L’omosessualità è una brutta malattia, nei sai qualcosa tu…“, le parole che il professore avrebbe pronunciato, scatenando la reazione del giovane. Solo a quel punto il prof l’avrebbe colpito più volte, con due calci alla gamba, due pugni sulla spalla e infine afferrandolo per il collo. Il professore nega qualsiasi accusa, sottolineando come abbia semplicemente ripreso il ragazzo perché non correttamente seduto.
Equality Italia, per bocca di Aurelio Mancuso, nel 2014 chiese l’intervento immediato del ministro Giannini: “E’ in atto una generale campagna d’intimidazione nella scuola italiana che vuole ricacciare nella clandestinità studenti e insegnanti omosessuali, che vuole schedare istituti colpevoli di promuovere una cultura del rispetto delle differenze e del rifiuto delle discriminazioni“.
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