Sanremo è finito ma la gastrite montata in settimana tra i cattoestremisti del Paese è ancora tanta. Ne hanno dato prova Adinolfi, il Vescovo di Ventimiglia e ancora una volta Simone Pillon.
Il senatore leghista, che aveva già tuonato contro il Festival parlando a sproposito di follie Gender, ha infatti cavalcato l’assurda polemica nata a causa di Beatrice Venezi, direttrice di orchestra che all’Ariston ha chiesto di essere chiamata ‘direttore‘. Rimarcato l’errore culturale e lessicale, quanto asserito da Venezi ha incredibilmente generato persino un dibattito politico. Lorenzo Fontana, ex ministro leghista, ha parlato di “schiaffo del direttore al politicamente corretto, al femminismo ideologico“, definendolo “una boccata d’ossigeno!”. Pillon, suo collega di partito, ha rilanciato buttandola gratuitamente sulla transfobia, vista l’ossessione certificata che lo vede quasi quotidianamente attaccare la nostra comunità.
L’assurdità di chi se la prende se Beatrice Venezi chiede di esser definita per quello che fa, e cioè il direttore di orchestra, e poi pretende che si usino pronomi femminili per definire chi femmina non è. Mondo al contrario.
A corredo di questo commento l’immagine di Vladimir Luxuria, ex deputata della Repubblica per l’ennesima volta insultata da esponenti della destra nazionale. Tutto questo alla vigilia della Giornata Internazionale dei diritti della Donna, puntualmente macchiata di transfobia.
https://www.facebook.com/SenatorePillon/photos/a.1733953453546911/2849996525275926/
Lo "schiaffo" del direttore d'orchestra Beatrice Venezi, al politicamente corretto, al femminismo ideologico, è una boccata d'ossigeno!
Di fronte al merito ed alla preparazione, non servono tanti giochi di parole! pic.twitter.com/kyiYEZ2dZE— Lorenzo Fontana (@Fontana3Lorenzo) March 6, 2021
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L'importante è avere maschi come lui ;-)