Sabato 1° giugno 2024, nel quartiere Quadraro di Roma, con raduno a Largo Spartaco dalle 17:00 in poi, torna PRIOT, letteralmente “Pride Romano Indecoroso Oltre Tutto”, la rivolta che insieme ad altre realtà italiane – come Marciona a Milano, Rivolta Pride a Bologna, Free-k Pride a Torino, e a livello nazionale gli Stati Genderali, LGBTQIA+ & Disability – ci tiene a riportare il Pride alla sua natura originaria, ricordandoci tutto quello che potremmo aver perso per strada, tra un rainbow washing e l’altro.
PRIOT Pride dà il benvenuto “a tutte le fr0ci3 indecenti, alle cagne rabbiose e alle cucciole senza padrone, alle trans* euforiche, alle gr4sse impenitenti, alle madrine senza famiglia, alle (s)famiglie multispecie, alle borgatare non gentrificate, alle butch senza cantiere, alle migranti senza frontiere, alle poly-caciarone, alle (s)coppie e alle troppie, alle neurodivertenti, ai tacchi rotti e alle zeppe comuniste, alle anarchiche malvestite, alle alchimiste ormonali, alle favolosità geriatriche, alle casalinghe diseredate, alle putt4n3 afflitte dal carovita, alle squatter senza fisso timore e alle streghe non capitalizzabili, alle sovver-dive perverse e alle femministe cyberpunk spermicide”
La manifestazione non vuole essere una celebrazione, ma una dichiarazione senza compromessi contro le strutture oppressive e capitaliste che plasmano la società.
La manifestazione di quest’anno porta avanti l’eredità del suo debutto, con un impegno rinnovato per un Pride dal basso, transfemminista, antifascista, anticapitalista e senza sponsor: “Non saremo il nuovo target strategico del loro marketing ma esproprieremo l’etero-capitale a suon di marchette“, scrivono nel recente post su Instagram.
PRIOT è una risposta diretta alle politiche oppressive e alle crisi internazionali che richiedono una presa di posizione decisa, come la situazione in Palestina: “Come persone queer e transfemministe respingiamo con forza qualsiasi strumentalizzazione delle nostre istanze per coprire il genocidio palestinese e le pulsioni islamofobe. Alla retorica della contrapposizione tra la democrazia scintillante dei diritti civili e la barbarie, rispondiamo affermando che l’unica contrapposizione che vediamo è quella tra uno Stato oppressore e un Popolo oppresso da decenni.
Con un netto rifiuto della retorica “love is love” che sterilizza e depoliticizza la lotta per i diritti queer, il PRIOT Pride chiama a un amore che smantella l’ideale della famiglia borghese nucleare e sfida apertamente la repressione sotto tinte arcobaleno.
Il PRIOT Pride promette di essere più che una semplice manifestazione: sarà un atto di rivendicazione visibile e rumorosa, un grido collettivo che dice “PERCHÉ OGNI GIORNO SIA PRIDE, PERCHÉ OGNI PRIDE SIA RIVOLTA“.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.