A Doha, in Qatar, Giancarlo Giammetti, storico partner di Valentino Garavani, si è presentato ai media come suo compagno di vita e di lavoro. Il carismatico e vulcanico Giammetti ha ritirato il premio alla carriera assegnato a Garavani dal Fashion Trust Arabia, al cospetto di tv e giornali locali e internazionali.
Il co-fondatore del marchio romano, oggi controllato da Mayhoola for Investments LLC, fondo di investimento del Qatar, ha raccontato il proprio vissuto di compagno di una vita di Garavani ai giornali locali. Una storia di amore e complicità professionale di due persone omosessuali è stata così rappresentata in quel paese arabo che tra poche settimane ospiterà i controversi mondiali di calcio.
“Io e Valentino molti anni fa siamo stati tra i primi a sdoganare l’amore tra noi. E oggi siamo molto orgogliosi di questo e molti giovani ci ringraziano” ha commentato Giammetti, che è stato attaccato sui social perché – a detta di alcunə attivistə – non avrebbe dovuto accettare un premio da un paese nel quale l’omosessualità è ancora formalmente illegale.
Gli attacchi, a detta di Giammetti intrisi di odio, sono stati oggetto di un post di risposta pubblicato da Giammetti stesso, nel quale l’uomo ha così replicato a chi lo accusa di connivenza con un regime oppressivo verso donne e persone LGBTQIA+:
“Sto ricevendo molti commenti negativi e anche di odio, solo perché sono andato a ricevere un premio in Qatar per Valentino. Lì ho incontrato solo persone sensibili, coppie gay felici di viverci senza pregiudizi o difficoltà. Spero che il tempo abbia cambiato idee e leggi di qualsiasi paese.. nel mio intervento nell’accettare il premio ho parlato dell’Amore e del Rispetto alla base del mio lavoro con Valentino, e nessuno ha reagito o criticato. L’amore è al di sopra delle leggi e al di sopra dell’odio, dobbiamo lavorare per rendere questo messaggio universale“.
In Qatar il tema dei diritti umani si fa urgente, soprattutto in vista della Fifa World Cup prevista tra poche settimane. Il campionato del mondo di calcio è in verità l’occasione per aprire una breccia nel mondo islamico: grazie infatti a un evento sportivo e mediatico capace di convogliare l’attenzione di miliardi di persone, il tema dei diritti delle persone LGBTQIA+ nei paese islamici è continuamente sulle cronache dei giornali di mezzo mondo.
Pochi giorni fa l’attivista Peter Tatchel è stato arrestato per aver organizzato proprio in Qatar la prima protesta LGBTQI+ in uno Stato del Golfo Arabico. Al contempo il Ministro britannico per gli Affari e Commerci esteri James Cleverly ha invitato alla prudenza e a rispettare il paese ospitante: una raccomandazione irricevibile da parte delle associazioni LGBTQIA+ internazionali che premono affinché il livello di attenzione e di critica resti alto, possibilmente altissimo.
Secondo “Human Rights Watch” ci sono stati casi di persone LGBTQ+ detenute e sottoposte a “maltrattamenti” in Qatar fino al mese scorso, e almeno sei casi di percosse gravi e ripetute, e cinque casi di molestie sessuali, ai danni di persone LGBTQ+ detenute in custodia dalla polizia, tra il 2019 e il 2022. L’organizzazione internazionale sottolinea i passi in avanti formali compiuti dal Qatar sui diritti dei lavoratori, ma il bilancio di HRW sui diritti civili nel paese arabo è ancora molto pesante.
“Nonostante il controllo globale portato dalla Coppa del Mondo FIFA 2022, i lavoratori migranti continuano a subire abusi salariali e tasse di reclutamento esorbitanti. Le morti dei lavoratori migranti non vengono indagate e alle loro famiglie non vengono fornite riparazioni. Continuano alcune politiche di tutela maschile e leggi discriminatorie contro le donne. Le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender continuano a subire discriminazioni.” (Humans Right Watch)
Travolto dalle polemiche anche David Beckham, da tempo testimone dei Campionati del Mondo di Calcio in Qatar. Critiche sono piovute anche su Robbie Williams, i Maroon Five e Post Malone, dopo l’annuncio delle performance che svolgeranno nel paese arabo durante Fifa 2022.
Alla luce del dibattito aperto sui media di tutto il mondo proprio grazie ai Mondiali di Calcio, ci si chiede se non sia proprio grazie a Fifa 2022 che i diritti civili del Qatar siano oggi sotto i riflettori. Se non ci fossero stati i mondiali, saremmo qui a parlarne con tale insistenza e attenzione? Il governo qatarino si sarebbe mai sentito sotto pressione su questo argomento?
I grandi movimenti di denaro che girano intorno al calcio – e all’industria moda – possono essere cavalcati per far emergere contraddizioni in quei paesi ed esercitare pressione sui governi. È importante infatti evidenziare le gravi violazioni in atto in quel paese, condannarle ed esporle all’attenzione del mondo intero.
Giammetti nel suo post ha parlato di “coppie gay felici” – ma bisognerebbe capire quali coppie gay Giammetti ha potuto incontrare a Doha: ha incontrato anche i lavoratori omosessuali che operano nei cantieri? -, ma soprattutto ha condiviso una testimonianza di vita e d’amore con Valentino Garavani, davanti a un pubblico che solitamente vede oscurata qualsiasi rappresentazione dell’amore omosessuale e che invece questa volta ha premiato proprio un omosessuale come Giammetti. Al netto delle legittime sollevazioni di ong e attivistə al regime, e in attesa che in Qatar si arrivi un giorno a narrare anche le vite di coppie gay di lavoratori nei cantieri (che dovrebbero essere, e ad oggi non sono, tutelati sia nei diritti civili, sia nei diritti del lavoratore), ci chiediamo: Fifa 2022, così come le parole di Giammetti, possono essere tacciati semplicemente di washing?
“Dal 2008, quando è uscito il film ‘Valentino, The Last Emperor‘, in tanti nel mondo quando ci incontravano ci ringraziavano: la nostra coppia ha prodotto un cambiamento importante in tanti ambienti. Ci dicono anche oggi: grazie per la bellezza degli abiti ma anche per la sincerità, per non aver nascosto i vostri sentimenti e l’amore tra persone dello stesso sesso. Voi ci avete dato coraggio per parlare coi nostri genitori, per non vergognarci e per non nasconderci.” (Giancarlo Giammetti alla stampa del Qatar)
Intanto è proprio grazie a Fifa 2022 che davanti a miliardi di telespettatori di tutto il mondo, per la prima volta in un paese arabo, sventoleranno con orgoglio le bandiere arcobaleno negli stadi. Non solo. Alcuni calciatori hanno annunciato il gesto importante di indossare la fascia con cuore rainbow OneLove durante le partite. Harry Kane, capitano dell’Inghilterra, e i capitani di altre nazionali, come Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Svizzera, Paesi Bassi e Galles, indosseranno la fascia OneLove durante l’intera manifestazione.
Abbracciare la complessità delle battaglie dei diritti significa scendere nell’arena e portare i colori dell’arcobaleno proprio laddove le nubi della repressione oscurano le vite delle persone. Il washing è certamente un pericolo da monitorare, ma la storia ci sta dicendo che è giunto il momento di utilizzare il denaro “discutibile” di taluni regimi per fare luce proprio sulle loro oppressioni. E aiutare i popoli a superarle.
Compiremo molti errori, ma non possiamo restare fermi per timore di sbagliare.
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