Nel bilancio di Regione Lombardia sparisce il famigerato numero antigender, ma la giunta Maroni smentisce il taglio del progetto.
Potrebbe essere già al capolinea l’esperienza dello “Sportello Famiglia” o più comunemente noto come sportello antigender voluto dalla Regione Lombardia guidata da Roberto Maroni. L’iniziativa, partita a fine 2016 in pieno allarme “gender” dopo l’approvazione della legge Cirinnà, era stata finanziata dalla giunta regionale con 30mila euro e affidata all’Age, l’associazione genitori cattolici, tra gli animatori del Family Day.
Ad annunciare la fine dello sportello Andrea Fiasconaro, capogruppo del M5S al Pirellone, secondo cui sarebbero stati azzerati i fondi per il 2018, a dimostrazione della natura propagandistica dell’iniziativa: “È la prova provata della sua inutilità. Pare siano stati spesi la metà dei fondi previsti per finanziarlo, a ulteriore dimostrazione che l’iniziativa non aveva alcun senso e per tre anni hanno bloccato a bilancio dei fondi che potevano essere utilizzati altrove”.
Lo sportello, che avrebbe il compito di raccogliere le segnalazioni su progetti culturali, scolastici e sociali che si espongono a favore dei diritti delle persone LGBT, era stato accolto dalle polemiche della minoranza di centrosinistra in regione e delle organizzazioni studentesche.
Da Regione Lombardia però replicano che l’attività dello sportello prosegue: “Nessun euro è stato tolto dallo ‘Sportello Famiglia’, queste frasi non hanno alcun fondamento, lo dimostra il bilancio regionale – ha dichiarato l‘assessore regionale alle Culture Cristina Cappellini, Lega Nord – È un progetto nel quale abbiamo creduto e continuiamo a credere”.
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Chissà che questa cosa non rappresenti un ostacolo per la scelta di Milano come sede dell'agenzia europea del farmaco.
L'Italia parte già svantaggiata per l'Ema perchè non riconosce i matrimoni gay.... se dovessero scegliere un altra città godo come un porco alla faccia di quel bifolco di Maroni...
E Milano è già una città molto più metropoli globale rispetto al resto dell'Italia. Comunque speriamo che l'EMA arrivi a Milano alla faccia di Maroni. So per certo che fra i 3000 e famiglia che verrebbero a stabilirsi in città, ci sono molte coppie gay e pure famiglie arcobaleno con figli.
Se Milano verrà scelta la regione cederà il grattacielo Pirelli e non potrà più scriverci sopra family day.
Milano è solo una grossa città provinciale, forse la più grande d'Italia, altro che globale. E con arroganza pretende un'agenzia internazionale, come con arroganza ha sempre spogliato le altre città delle risorse. Nonostante la presenza gay fortissima (moda, cinema e musica una volta, informatica...), non hai mai espresso o ottenuto nulla per la collettività GLBT nazionale, giusto un esilio pseudoneutro per tantissimi da altre parti del Paese, ma niente all'avanguardia. È un dato di fatto purtroppo.
Se lo dice Lei va bene
Oooops, l'EMA è finita ad Amsterdam!