Se in Piazza Santi Apostoli si sono ritrovati per chiedere subito una legge contro l’omotransfobia e la misoginia, a poche centinaia di metri, ovvero davanti Montecitorio, la destra italiana insieme agli organizzatori del Family Day è scesa in piazza per dire no al DDL Zan.
Nel farlo, ancora una volta, hanno spudoratamente mentito, diffondendo fake news. “Una legge liberticida che punta solo ad introdurre un nuovo reato di opinione e a silenziare chi non si piega al pensiero unico”, ha scritto sui social Giorgia Meloni. “Se dico che l’utero in affitto è una barbarie, sto odiando qualcuno? No, è una battaglia che faccio per amore per difendere il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre”. Peccato che l’utero in affitto in Italia sia già illegale. E inoltre, come la Meloni ben sa, potrà continuare a definirlo una ‘barbarie’, senza che nessuno le faccia niente. Perché nel DDL Zan non c’è il reato di propaganda, come ripetuto 1000 volte.
Intervistata dai giornalisti presenti, la Meloni ha poi osato dire che “non possiamo dire che oggi, nella realtà italiana, gli omosessuali siano discrimianti. Fatti di violenza, di odio. Guardo l’osservatorio preposto e mi dice che su 1500 casi segnalati negli ultimi 8 anni solo 200 riguardavano la discriminazione di genere. È una realtà ma non è un’escalation”. Solo lo scorso anno, lo ricordiamo, sono stati riportati dai quotidiani nazionali 138 casi di omotransfobia. Punta di un iceberg rispetto all’enorme quantità di violenze fisiche e verbali il più delle volte taciute dalle vittime. Non essendoci un reato ad hoc, continuare a sbandierare dati ‘ufficiali’ dagli osservatori preposti è chiaramente insensato.
Al fianco dell’ex ministro anche il leader leghista Matteo Salvini, che ha molto banalmente snocciolato slogan che nulla hanno a che vedere con il DDL Zan. “Rispetto per la Vita, per la Libertà e per l’Amore di tutti, ma giù le mani dai bambini, dalle mamme e dai papà”. Parole a caso. Intercettato dai giornalisti, l’ex ministro dell’interno ha parlato di una “legge orwelliana, che fa il processo alle intenzioni”.
“Una piazza meravigliosa, rispettosa e libera”, ha proseguito il senatore leghista Simone Pillon. “Il rispetto per tutte le persone è il punto di partenza, questo non si discute e siamo tutti d’accordo. Ma c’è un principio di libertà, se per Zan, Scalfarotto e gli altri è considerato discriminatorio dire che i bambini hanno diritto alla mamma e al papà, eccomi, mi autodenuncio: sono convinto che i bambini debbano crescere con mamma e papà. Sono contro l’utero in affitto, contro l’adozione, il matrimonio gay e l’educazione gender nelle scuole”. Un vero e propro disco rotto, ripetuto fino all’ossesso, in modo da gettare fumo negli occhi e immondizia nelle orecchie degli elettori, bombardati da fake news a ritmo quotidiano. Perché chi è ‘contro’ l’utero in affitto, l’adozione, il matrimonio gay e l’educazione gender nelle scuole potrà continuare ad esserlo. E a dirlo. Ma Pillon finge di non sapere, e insiste.
Dire tutto questo se passerà la legge Zan sarà un reato punibile da un anno e sei mesi e fino a sei anni. Vogliamo essere liberi di pensare che i bambini nascono da mamma e papà e non possono essere comprati con l’utero in affitto. Continueremo a dire che i bambini sono maschi e le bambine sono femmine. Vogliamo essere liberi di rifiutare l’indottrinamento gender nelle scuole. Vogliamo che la Chiesa sia libera di predicare i suoi princìpi: rispettiamo tutti e non discriminiamo nessuno, il nostro è solo buon senso.
Il realtà la loro è solo un’enorme, gigantesca, indigeribile menzogna, condita dai 1000 emendamenti oggi presentati in Commissione Giustizia per fare ostruzionismo al DDL, come denunciato prima da Alessandro Zan e ora da Monica Cirinnà, responsabile Diritti del Partito democratico.
Il vergognoso ostruzionismo di FdI e Lega sul ddl Zan è la replica di un film già visto: quando non si hanno contenuti e proposte costruttive, e non si vuole riconoscere dignità alle persone, è fin troppo facile ricorrere ad un algoritmo per scrivere moltissimi emendamenti senza senso e offensivi. L’ho vissuto durante l’iter di approvazione della legge sulle unioni civili, e so benissimo che questa tattica si rivolge sempre contro chi la mette in pratica. L’approvazione della legge contro omolesbobitransfobia e misoginia è urgente e necessaria: chi parla di legge bavaglio vuole solo rimanere libero di odiare, insultare, istigare alla violenza. Anche Salvini, proprio oggi, getta la maschera quando parla di abrogazione della legge Mancino: non vuole tutelare la libertà di espressione, ma continuare a essere libero di discriminare e seminare odio e violenza, come la sua “Bestia” ci ha dimostrato più e più volte. La legge Mancino non limita la libertà di espressione, ma punisce soltanto le dichiarazioni che istigano al compimento di atti discriminatori e violenti, determinando il concreto pericolo che si verifichino. Il Partito democratico rifiuta ogni strumentalizzazione sulla pelle delle persone: l’Italia deve decidere se escludere o abbracciare le differenze.
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