Ancora transfobia, questa volta da Sassari, come denunciato dalla Nuova Sardegna. Vittima una donna transessuale colombiana di 33 anni, sex worker, ingannata da un 33enne algerino e da un coetaneo pachistano. Dopo essersi appartati, l’algerino avrebbe minacciato la donna con un coltello, per rapinarla dello smartphone e della borsetta. Ma la donna ha reagito, provocando la violenta reazione dell’uomo, che ha sferrato più di una coltellata.
I colpi, ripetuti, hanno per puro miracolo evitato gli organi vitali. Le urla della donna hanno fatto scappare l’algerino con il bottino e attirato l’attenzione di altre sex worker della zona. La donna ha riportato ferite alle mani e alle braccia, avendo provato a difendersi dalla furia dell’uomo. Gli agenti di polizia sono immediatamente arrivati sul posto, catturando l’aggressore con tanto di smartphone e borsetta della vittima. L’uomo è stato accompagnato al carcere di Bancali con l’accusa di rapina. L’amico pachistano, suo complice, è stato denunciato in stato di libertà e accompagnato al pronto soccorso per le ferite riportate. Anche la donna è stata accompagnata in ospedale. Neanche a dirlo l’articolo della Nuova Sardegna è un trionfo di imperdonabili e inammissibili ‘errori’, con la vittima, una donna transgender di 33 anni, per otto volte (8) definita al maschile.
Si tratta dell’ennesimo episodio di transfobia di queste ultime due settimane. A Milano e a Roma ci sono stati due omicidi di matrice transfobica, con due donne brutalmente uccise. A Cuneo un’altra sex worker transgender è stata aggredita da un cliente, mentre a Pescia hanno negato l’affitto ad una donna solo perché transessuale.
E c’è chi si ostina a dire che no, in Italia NON c’è un problema di omotransfobia.
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