Nella mattinata di ieri, martedì 30 gennaio, al Liceo scientifico statale “Leonardo da Vinci” di Milano si è tenuta un’assemblea d’istituto tutta orientata ai temi LGBT.
Lezioni di pura informazione su ‘aids e malattie sessualmente trasmissibili‘ e ‘cambiamento di genere‘, ‘affettività, scoperta e accettazione di sé‘, ‘stereotipi di genere‘, ‘diritti LGBT in Italia e nel mondo‘ e ‘storia del movimento LGBT’, oltre ad un ricco cineforum composto da proiezioni (Moonlight, Tomboy, Philadelphia e Carol) e immancabili tavole rotonde di discussione squisitamente cinefila.
Un’iniziativa che meriterebbe applausi a scena aperta e possibili bis in altri licei d’Italia, se non fosse che l’Avvenire sia riuscito nell’ardua impresa di criticarla. Il motivo? I ragazzi, scrive Luciano Moia, avrebbero dato vita ad un ‘programma educativo autogestito all’affettività e alla sessualità e, quasi obbligatoriamente, orientato ideologicamente‘. Secondo il quotidiano, ‘alcuni ragazzi vicini o aderenti a movimenti Lgbt‘ avrebbero addirittura “pilotato” l’intera giornata. A mancare, sottolinea l’Avvenire, il ‘contraddittorio‘, in ‘un’uniformità di opinioni segnata da un clima di accettazione acritica così larga e uniforme da cancellare ogni problematicità‘.
Deduciamo che per discutere di diritti LGBT, coming out, storia del movimento, cinema queer, stereotipi di genere e malattie sessualmente trasmissibili, a detta del quotidiano vicino alla Santa Sede, servirebbe anche la controparte, contraria a chissà cosa, conservatrice, neanche a dirlo ultra cattolica, spesso diffamatoria e sfiacciatamente menzognera. I salotti televisivi degli ultimi decenni, evidenemente, hanno abituato troppo bene i giornalisti del quotidiano milanese.
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