Voltafaccia del sindaco di Siena: il comune esce dalla rete RE.A.DY

Il sindaco era stato anche al Toscana Pride. Solo un modo per prendere più voti?

siena
2 min. di lettura

Il Comune di Siena ha preso la sua decisione, uscendo dalla rete RE.A.DY. Lo ha annunciato l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco De Mossi, che con questo gesto ha deluso la comunità LGBT della città.

Il sindaco De Mossi ha usato il Toscana Pride solo per prendere voti.

Così inizia il comunicato del Movimento Pansessuale – Arcigay Siena. Una vera delusione quella degli attivisti, i quali vedevano nel sindaco una persona aperta, ricordando anche la sua partecipazione al Toscana Pride. A questo punto, forse un modo per ottenere voti alle ultime elezioni comunali. Un duro attacco arriva proprio dalla presidente dell’associazione, Greta Sartarelli:

Siamo in attesa di leggere le motivazioni contenute nella delibera, ma abbiamo la netta sensazione che le ragioni di questa scelta abbiano a che fare con conti e regolamenti interni alla nuova maggioranza e non con il merito delle iniziative che dal 2016 al 2018 abbiamo realizzato proprio attraverso una progettazione comune sostenuta con determinazione dalla precedente amministrazione del Comune con i fondi della RE.A.DY. È evidente a tutti che il sindaco De Mossi ha ceduto alle pressioni ricevute, dimostrando di aver partecipato al Toscana Pride di Siena solo per fini elettorali, per assicurarsi qualche voto in più.

Siena con RE.A.DY. ha portato avanti numerosi eventi

Non solo il Movimento Pansessuale – Arcigay Siena, ma anche molte altre realtà nel mondo delle associazioni e del volontariato aveva portato avanti moltissimi progetti grazie alla rete RE.A.DY. Ad esempio, nel corso degli anni ci sono state campagne contro l’omofobia, sulle malattie sessualmente trasmissibile e in particolare sull’HIV, le discriminazioni di genere, contro il bullismo e per politiche di inclusione.

E se Siena fa un passo indietro, alcuni Comuni hanno deciso di aderire alla rete, come il Comune di Castelnuovo Berardenga, mentre altri ne fanno già parte. La speranza delle associazioni è quella ora di avere un appoggio da parte delle istituzioni, anche se non grandi come appunto il capoluogo di provincia.

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