Ormai è ufficiale, Carlo Tavecchio, al centro delle recenti cronache per le sue uscite razziste e sessiste (due su tutte la battuta sui giocatori stranieri che “prima mangiavano banane” e il programma per il calcio femminile intitolato “Spogliati e gioca”), è il nuovo presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio. Eletto, con non poche difficoltà, alla terza votazione, pare che Tavecchio abbia ricevuto il consenso di 16 delle 20 squadre di serie A.
Un’elezione che suscita non poche preoccupazioni tra le associazioni lgbt che da anni si battono, con campagne e iniziative di vario genere, contro l’omofobia e le discriminazioni nel calcio e nello sport in generale.
“In un ambiente dall’alto valore formativo come quello sportivo – dichiara in proposito il presidente di Arcigay Flavio Romani -, l’elezione di un uomo senza spessore a una carica di questa importanza racconta l’incapacità, nonostante i tanti episodi di violenza e discriminazione, di mettere al centro l’etica e la responsabilità sociale. Al contrario come spesso capita in questo Paese, sembrano vincere i segreti accordi, le convenienze, i furbi”. “Da anni – prosegue Romani – guardiamo al calcio professionistico come interlocutore e alleato nella lotta contro le discriminazioni. L’elezione di Tavecchio suona da questo punto di vista come una brusca frenata e rischia di condannare lo sport italiano all’arretratezza e all’incultura. Non poteva esserci – conclude – una scelta peggiore”.
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