A Bologna ieri è stata una giornata piena di scontri. Non ci sono state cariche della Polizia, auto in fiamme o vetrine spaccate, poiché gli scontri sono stati a suon di parole ed emendamenti. La legge regionale contro l’omofo-transfobia il 10 aprile si è arenata in Commissione Parità. La causa è stata un emendamento voluto dall’ala cattolica dei dem riguardante la pratica della GPA.
E mentre i dem litigavano, ieri la Lega, Fratelli d’Italia e il Movimento Sovranista hanno organizzato il convegno “Sì alle leggi per la famiglia, no alla legge sulla omotransnegatività“. Tenutosi proprio nel palazzo della regione Emilia Romagna a Bologna, sotto le due torri, in pieno centro storico. Un secondo, seppur più piccolo, Congresso delle Famiglie di Verona, che vedeva tra i relatori anche Jacopo Coghe, vicepresidente dei 3 giorni nella città scaligera.
Attivisti in piazza a Bologna contro il convegno e le dispute interne al PD
La rabbia delle associazioni LGBT contro il convengo e l’arenamento della legge si è riversata sui cartelloni degli attivisti. I quali avevano organizzato un presidio di protesta. Le scritte nei cartelloni che sventolavano riportavano frasi come “Libere di scegliere” oppure “Famiglie arcobaleno non contano di meno“. Molti attivisti protestavano anche contro il PD e le loro lotte interne. Diversa la reazione di altre persone, come appunto il sostenitore del WCF Coghe, che ha espresso soddisfazione per il blocco (si spera temporaneo) al disegno di legge.
Siamo contenti che la legge si sia fermata. Faccio un appello anche a tutti i consiglieri regionali a rivalutarla e ritirarla. […] Mi sembra una legge fatta ad personam sapendo anche chi c’è dietro, i vari Lo Giudice e Cirinnà, ma oggi credo che verranno a manifestare contro se stessi perché il Pd è spaccato.
Tanta ironia e prese in giro da parte di Jacopo Coghe, che subito dopo la dichiarazione si è allontanato, rifugiandosi dentro il palazzo della regione dove lo aspettava il congresso.
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