Ciao Amore, Ciao (Luigi Tenco) – Sanremo 1967
“Ciao Amore, Ciao” è una delle canzoni più note della musica italiana che, tuttavia, quando venne fatta per la prima volta ascoltare a Sanremo 1967 non ottenne un giudizio positivo dalle giurie del Festival: il brano si classificò al dodicesimo posto e non fu ammesso alla serata finale.
La canzone, nella versione originale (“Li vidi tornare”), aveva un tono antimilitarista. Fu poi modificata da Tenco per non incappare nella censura e soltanto il ritornello rimase uguale. Si tratta comunque di una canzone profonda che parla di una storia d’amore sul dramma dell’Italia contadina costretta ad urbanizzarsi e, in un certo modo, aveva ripreso le medesime tematiche affrontate da Pasolini (“In un mondo di luci, sentirsi nessuno”).
Conosciamo purtroppo la portata tragica che questa canzone non ammessa in finale si porta dietro. Tenco fu trovato morto nella sua stanza d’albergo da Dalida, la cantante che, come si usava a quel tempo, interpretò la stessa canzone. Per molti anni la morte di Tenco è stata avvolta nel mistero. Nel 2006 fu confermata l’ipotesi iniziale di omicidio, ma ancora nel 2021 ci sono tante perplessità in merito.
Intanto andrebbe ricordata prima di tante altre la clamorosa bocciatura dell'unica partecipazione sanremese di Mina con uno dei suoi pezzi più originali e famosi, Le Mille Bolle Blu. Ricorderei anche che l’esibizione di Britti fu fortemente penalizzata dalle limitate risorse vocali del grande chitarrista, che presento un brano tra i più belli che ha composto ma che richiedeva ben altre capacità canore. Per fare giustizia a quella canzone ci volle, come poi avvenne, la cover di Mina. Appunto.