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Chi è Alana McLaughlin, lottatrice trans: la sua storia nel documentario “Unfightable” – VIDEO

Prima sergente dell'esercito USA in zone di guerra, poi lottatrice di arti marziali. Da Settembre il documentario inizia il suo viaggio in giro per il mondo.

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La straordinaria storia di Alana McLaughlin, sergente delle Forze Speciali dell’esercito americano e atleta transgender, che ha lottato per affermare la propria identità e carriera nel mondo del pugilato e delle arti marziali miste (MMA) sarà raccontato nel documentario “Unfightable“, diretto dal pluripremiato regista e documentarista d’inchiesta Marc J. Perez. L’opera sarà proiettata per una settimana al Village East Theater di New York a partire dal 13 settembre, seguito da una settimana di proiezioni a Los Angeles presso il Laemmle Noho 7. Successivamente, “Unfightable” farà il suo debutto televisivo su ViX, la principale piattaforma di streaming in lingua spagnola, e su Fuse (piattaforma globale di lingua spagnola che promuove contenuti e opere inclusive) entro la fine del 2024.

 

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Chi è Alana McLaughling

Alana McLaughlin è una delle poche atlete transgender attive nel mondo delle arti marziali miste (MMA). La sua storia è caratterizzata da numerose sfide personali e professionali, legate soprattutto alla difficoltà di affermare la propria identità di genere in un ambiente ostile. Nata nei primi anni ’80 nel sud degli Stati Uniti, McLaughlin ha dovuto affrontare fin da giovane problemi legati alla propria identità, in un contesto sociale conservatore. Pressioni dalle quali Alana è fuggita con una scelta inusuale: arruolarsi nell’esercito, nel quale ha servito come sergente delle Forze Speciali, partecipando a missioni in zone di guerra. Durante il suo servizio, ha ostinatamente difeso la identità, cercando di conciliarla con il ruolo che ricopriva. Soltanto dopo aver lasciato le armi, McLaughlin ha intrapreso il percorso di transizione e affermazione, scelta che l’ha messa davanti a nuove sfide e discriminazioni. A quel punto, Alana si è dedicata alle arti marziali miste, settore noto per una certa durezza e una cultura maschile, spesso tossica e dominante.

Il debutto di McLaughlin come atleta professionista di MMA nel 2021 ha suscitato clamore, controversie e critiche da parte di chi riteneva inappropriata la sua partecipazione come donna transgender in competizioni femminili. Ma Alana non ha mai mollato e ha proseguito nel suo percorso, diventando una voce importante per l* atlet* transgender.

Alana McLaughlin - la sua storia nel documentario "Unfightable" del regista d'inchiesta Marc J. Perez
Alana McLaughlin – la sua storia nel documentario “Unfightable” del regista d’inchiesta Marc J. Perez

Il film “Unfightable”

La storia di Alana McLaughlin è al centro del documentario “Unfightable“, che esplora proprio le difficoltà affrontate dalle persone transgender, sia nello sport, sia nella vita quotidiana. McLaughlin è diventata così una figura di riferimento nella lotta per i diritti dei transgender.
Miguel Roggero, presidente e CEO di Fuse Media, come raccontato da Hollywoord Reporter US, ha sottolineato l’importanza di riverberare storie come quella di Alana: “Siamo orgogliosi di celebrare la comunità trans condividendo questo importante documentario mentre continuiamo a spingere i confini dei tipi di storie che raccontiamo su un numero sempre crescente di piattaforme” ha dichiarato Roggero.

Marc J. Perez, regista noto per lavori d’inchiesta come “Severe Clear” – inchiesta cruda sulla guerra in Iraq – e “Anytown USA” – documentario sulla campagna elettorale per la carica di sindaco in una piccola città della provincia americana –  ha dichiarato di essere stato fortemente coinvolto emotivamente dalla storia di McLaughlin, al punto di volerla raccontare a livello globale.

Il documentario arriva in un momento di particolare attenzione mediatica sul tema del genere nello sport, amplificato dalle recenti polemiche alle Olimpiadi di Parigi riguardanti la partecipazione delle atlete Imane Khelif e Lin Yu-ting.

È stato infatti proprio nei giorni delle polemiche parigine fomentate dalla propaganda anti-LGBTQ russa (incluso il finto bacio gay di Macron), che hanno vista l’Italia dare un pietoso spettacolo reazionario  con le dichiarazioni di Meloni, Salvini, Roccella e La Russa, che il documentario è stato acquisito per essere distribuito a livello globale. Ad oggi non si ha notizia di alcuna distribuzione in Italia.

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