Le Olimpiadi di Parigi 2024 si sono trasformate in un terreno di scontro politico, con l’estrema destra italiana di governo che si è trovata isolata e criticata a livello internazionale per le sue posizioni omobitransfobiche. Le dichiarazioni e le azioni di alcuni dei suoi esponenti, tra cui Matteo Salvini, Eugenia Roccella e Daniela Santanchè, hanno suscitato reazioni indignate tanto in Italia quanto all’estero, mettendo in imbarazzo il Paese e complicando i rapporti con il Comitato Olimpico Internazionale (CIO).
Le accuse mosse da Salvini e Santanchè, che hanno definito la presenza di atleti transgender e intersessuali come un “assalto della politica woke” allo sport tradizionale, insieme a quelle della ministra Roccella, che ha prospettato l’abolizione della distinzione di genere nelle competizioni future, hanno portato l’Italia in rotta di collisione con il CIO e con la comunità internazionale.
Le parole dell’estrema destra italiana, suggellate dalla pessima figura della stessa presidente Meloni che aveva definito il match tra Imane Khelif e Angela Carini “un match impari”, hanno creato un parallelismo inquietante con le posizioni di regimi autocratici come la Russia di Vladimir Putin. Una deriva che non ha trovato riscontro nemmeno in paesi come l’Ungheria di Viktor Orbán, e che sta mettendo l’Italia in una posizione di crescente isolamento. Le critiche del CIO, che ha visto in queste dichiarazioni un attacco diretto ai principi fondamentali della Carta Olimpica, rischiano di avere conseguenze durature per i rapporti tra l’Italia e l’organizzazione internazionale.
Inutile sottolineare che il caso emblematico è stato quello della pugile algerina Imane Khelif, vittima di una campagna di cyberbullismo partita proprio dagli ambienti vicini alla destra italiana. Khelif è stata bersaglio di attacchi violenti e denigratori che hanno cercato di mettere in discussione la sua identità di genere. La pugile ha risposto con dignità, vincendo una medaglia d’oro e lanciando un appello al rispetto dei principi olimpici e alla fine del bullismo, un messaggio che ha messo ulteriormente in luce l’incongruenza delle posizioni italiane con i valori del movimento olimpico.
Giorgia Meloni, consapevole del danno che queste posizioni stanno arrecando all’immagine dell’Italia, ha cercato di correre ai ripari incontrando Thomas Bach, presidente uscente del CIO, durante una visita a Parigi. Tuttavia, nonostante i buoni rapporti personali con Bach, la posizione italiana rimane compromessa. Il futuro leader del CIO, che sarà eletto nel 2025, erediterà una situazione critica nei rapporti con l’Italia, aggravata dalle recenti uscite dei politici italiani.
A soffiare sul fuoco sono anche varie federazioni sportive italiane: dalla decisione di Angela Carini di non combattere, alle parole di Franco Falcinelli, manager influente del pugilato italiano, che ha definito Kremlev, il presidente russo dell’IBA che aveva estromesso Khelif dai mondiali di boxe accusandola di essere un uomo, un “benefattore“. Proprio Kremlev aveva detto in occasione dell’incontro di Carini con Imane: “Angela non doveva salire su quel ring contro Khelif, per noi è un uomo”. Kremlev è da sempre inviso al CIO e ha fatto sapere che finanzia gli atleti italiani.
L’intransigenza dell’estrema destra italiana, che ha scelto di cavalcare temi divisivi per propaganda e per dare spallate tutte interne alla maggioranza (Salvini che cerca di essere più a destra di Meloni, e Forza Italia dei Berlusconi che prende le distanze), ha avuto l’effetto di isolare il Paese sulla scena internazionale e di renderlo oggetto di derisione. Nel contesto globale lo sport assume, come spesso è stato anche in passato, il valore di piattaforma di aggregazione delle diversità. L’Italia di Meloni rischia di restare indietro, schiacciata dal peso delle sue stesse contraddizioni.
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