Alessandro Zan, deputato PD nonché relatore della legge contro l’omotransfobia e la misoginia, ha assicurato che l’emendamento approvato giorni fa per provare a raggiungere un’intesa con Forza Italia sarebbe “assolutamente innocuo, pacifico”, rimarcando come “non abbiamo minimamente svuotato e svilito il significato e i contenuti di questa legge”. Emendamento, lo ricordiamo, così formulato: “al fini della presente legge è consentita la libera espressione di convincimenti ed opinioni nonchè le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte”.
Peccato che quella giornata al cardiopalma, che non ha poi portato a niente visto il niet al DDL da parte di Silvio Berlusconi, abbia lacerato il movimento LGBT, con le associazioni sul piede di guerra. Durissima, in tal senso, la presa di posizione del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Famiglie Arcobaleno, ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana, Omphalos LGBTI, Mixed LGBTI, Associazione Quore, ARC Cagliari, Torino Pride e MIT – Movimento Identità Trans, che hanno firmato un comunicato congiunto in cui hanno chiesto a Nicola Zingaretti, Crimi, Matteo Renzi e al premier Conte di assumersi le proprie responsabilità.
“Il testo base del disegno di legge (che porta il nome dell’Onorevole Zan) contro l’omolesbobitransfobia, presentato in Commissione Giustizia qualche settimana fa, è stato frutto di una mediazione e del nostro costante impegno fin dal principio“, scrivono le associazioni. “L’introduzione dell’emendamento Costa riformulato nel testo contro l’omolesbobitransfobia è l’ennesimo segnale del crinale pericoloso in cui questa legge è stata posta dai partiti politici“.
La scelta operata dalle forze della maggioranza di governo per coinvolgere Forza Italia non solo impoverisce politicamente la legge, ma non sembra essere riuscita nemmeno ad assicurare al resto del testo il consenso necessario all’approvazione. Riteniamo ogni compromesso sulla pelle della nostra comunità totalmente inaccettabile. Se l’idea delle forze che si oppongo a questa legge è quella di fingere supporto per sottoporre il testo a uno stillicidio progressivo di richieste di modifica fino a snaturarlo o a renderlo inefficace, diciamo chiaramente che non ci presteremo a questo gioco al massacro sulla vita delle persone e chiediamo ai parlamentari che stanno, con passione e coraggio, combattendo per questo testo di non fornire ulteriori alibi ai suoi oppositori. Facciamo chiarezza. Si porti la legge in aula senza modifiche, e saranno le diverse forze politiche e i singoli parlamentari ad assumersi la responsabilità di bocciare il testo. Siamo stanchi di politici e partiti che millantano sostegno alle nostre cause e, ogni volta che si arriva a un voto, non si battono per tutelare i diritti della comunità LGBT+. Oggi pretendiamo l’intervento dei leader della maggioranza e del governo. Nicola Zingaretti, Vito Crimi, Matteo Renzi, Pietro Grasso e Giuseppe Conte, è finito il tempo del disimpegno. Pretendiamo che prendiate una posizione chiara e che mettiate la vostra faccia sull’approvazione di questa legge che, per i temi che tratta, non può essere abbandonata a questa trattativa umiliante. Non abbiamo che farcene di leader politici che sfilano ai Pride e si colorano di rainbow a giugno se poi non hanno il coraggio di prendere la parola quando si parla delle nostre vite nelle aule del Parlamento. Scegliete da che parte stare. Noi non mancheremo di chiedervene conto.
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