Dopo lo slittamento annunciato poche ore fa da Francesca Businarolo, deputata 5 Stelle, il DDL Zan ha trovato un punto d’incontro tra maggioranza e Forza Italia. Ad annunciarlo il relatore Pd Alessandro Zan.
Oggi è stato raggiunto un accordo sulla riformulazione dell’emendamento Costa, che rappresenta l’unico accettabile punto di mediazione tra le diverse posizioni emerse nella maggioranza e la posizione di Forza Italia. La riformulazione non pregiudica l’impianto della legge e non la svuota di significato né di effetti. Rispetto alla prima formulazione, infatti, il testo approvato ribadisce un principio consolidato e pacifico nella nostra democrazia: sono consentite la libera manifestazione di pensiero e le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte. In altre parole, la libertà di opinione, garantita dall’articolo 21 della Costituzione può diventare reato solo se istiga all’odio e alla violenza. E le modifiche alla legge Mancino, proposte per contrastare misoginia e omolesbobitransfobia, non entrano in conflitto con questo principio, basilare in una democrazia come la nostra. Mi auguro a questo punto che, sciolto finalmente questo nodo, il cammino della legge possa proseguire in modo spedito e senza polemiche.
La riformulazione, soppesata con il bilancino, è questa: “al fini della presente legge è consentita la libera espressione di convincimenti ed opinioni nonchè le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte”.
“Questo testo – ha detto Costa all’Ansa – toglie ogni dubbio ed equivoco sulle finalita’ della legge“. Peccato che da Forza Italia, persino dopo questa apertura, potrebbe comunque arrivare un no al momento del voto alla Camera.
Soddisfatta anche Monica Cirinnà, responsabile del Dipartimento Diritti del Partito democratico.
L’accordo raggiunto alla Camera sulla riformulazione dell’emendamento Costa favorisce la rapida approvazione della legge contro misoginia e omolesbobitransfobia, senza svuotarla di contenuto e senza pregiudicarne gli effetti. Viene ribadito qualcosa di noto, e cioè che questa legge non viola la libertà di espressione, come garantita dall’articolo 21 della Costituzione. L’intesa è il risultato di un dialogo franco e complesso, all’interno della maggioranza e con Forza Italia, nel corso del quale è rimasto sempre chiaro un punto: nessun compromesso al ribasso, ma invece ogni sforzo per rendere la legge il più possibile condivisa senza snaturarne i contenuti, accogliendo in modo ragionevole le perplessità e i dubbi di alcuni. Il Partito democratico conferma, ancora una volta, di essere una comunità capace di confrontarsi e trovare una sintesi al proprio interno, per essere più forte nel rapporto con le altre forze politiche. E riafferma con chiarezza che non sono mai ammissibili compromessi che ledano la pari dignità delle persone, avendo come faro gli articoli 2 e 3 della Costituzione. Adesso andiamo avanti, con determinazione, per arrivare al più presto ad un risultato necessario e fin troppo atteso.
Il 3 agosto, ovvero una settimana prima della chiusura di Montecitorio ‘per ferie’, il DDL dovrebbe finalmente approdare alla Camera dei Deputati, rinviando così lo sbarco al Senato a settembre/ottobre. Nel frattempo i Sentinelli di Milano hanno lanciato un tweet bomb rivolto ai deputati che hanno inondato di emendamenti il DDL, chiedendo a tutti di copia/incollare questo messaggio via Twitter.
Chiediamo ai deputati @bealorenzin @M_Berlinghieri @DavideGariglio @a_viscomi @FlaviaNardelli1 di ritirare subito gli emendamenti al ddl #zan – vogliamo una legge contro l’#omolesbobitransfobia e #misoginia subito!
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