Alle Universiadi di Napoli c’è anche Dutee Chand. Nei mesi scorsi aveva deciso di fare coming out, dichiarando ufficialmente di essere lesbica nel corso di un’intervista. Da quel momento, la sua famiglia l’ha ripudiata, provando vergogna per l’orientamento della figlia. Indignazione anche tra gli abitanti del suo villaggio, che prima la acclamavano per l’atleta che era diventata, e adesso invece la odiano, semplicemente per la sua sessualità.
Il 9 luglio ha vinto l’oro nella 100 metri femminile, ricevendo i complimenti addirittura dal primo ministro indiano Narendra Modi e dal Presidente Ram Nath Kovind. Oltre ad essere l’atleta indiana più forte nella storia del Paese, è anche un’icona per tutta la comunità LGBT+ indiana. Ha abbattuto i pregiudizi e le discriminazioni, e non senza superare ostacoli è arrivata sullo scalino più alto del podio, con al collo una medaglia d’oro. Nella giornata di ieri, invece, ha guadagnato l’argento nei 200 metri, solo per 4 centesimi di secondo rispetto la prima classificata.
Il coraggio di Dutee Chand come esempio per tutte le persone non dichiarate
Dutee Chand, da quando ha fatto coming out, ha voluto essere un modello per tutti coloro che ancora non sono dichiarati. Come punto di riferimento, intende aiutare con il suo coraggio e la sua forza a fare questo passo, soprattutto nello sport. Ha spiegato infatti:
Su un campione di 100 persone 5/10 sono gay o lesbiche, ma non ce la fanno a fare coming out, e non sono capaci di rivelarsi in pubblico temendo di essere discriminati. Ecco perché messo in gioco tutte le mie forze e il mio coraggio per far sentire forte la mia voce ed essere un esempio per gli altri e spingerli a parlare apertamente di se stessi.
Quello che dice lo ha provato sulla sua pelle, venendo attaccata dalla stessa famiglia che voleva che sposasse un uomo e conducesse una vita “normale” e discriminata dalla società e nel mondo dello sport. Questo, anche dopo la depenalizzazione dell’omosessualità, che in India ha segnato un rande passo in avanti. Ma non nella mentalità delle persone.
Come Sania Mirza, anche lei sotto processo per l’iperandrogismo
Anche l’atleta indiana ha dovuto presentarsi in tribunale per il ricorso che aveva presentato quando le era stata proposta una sospensione dall’attività atletica, dopo che gli esami avevano rilevato un alto tasso di ormoni androgini. Come Sania Mirza, anche Dutee Chand ha dovuto lottare per continuare a gareggiare tra le donne.
La tennista dello stesso paese, invece, si sta ancora battendo per continuare la sua professione senza dover seguire le indicazioni dell’Iaaf ,che prevedono agli atleti affetti da iperandrogismo di abbassare i loro livelli di testosterone.
Credits: Bernat Armangue
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.