Continua l’ondata di proteste a sostegno delle Famiglie Arcobaleno nelle piazze delle città italiane contro la mossa del governo Meloni contro la trascrizione degli atti di nascita dei figli delle coppie omogenitoriali. Lo stop imposto dai prefetti dopo la circolare inviata dal ministro Piantedosi ha generato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e della comunità LGBTQIA+, arrivando persino alla condanna da parte dell’UE.
Dopo la prima manifestazione che si è svolta a Milano in Piazza della Scala, prima città ad aver ricevuto ufficialmente lo stop, replicata poi a Roma, Genova, Palermo, Catania e Napoli, continuano ad aggiungersi alla lista le città che scendono in piazza a sostegno dei diritti delle famiglie omogenitoriali.
Oggi, venerdì 31 marzo, è prevista alle ore 17 una manifestazione a Reggio Calabria, di nuovo al grido “Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie”. La protesta si terrà a Piazza Italia, di fronte al Palazzo del Governo, “per la piena uguaglianza di tutte le famiglie, per i diritti dei nostri figli e delle nostre figlie”, come ha scritto in un post Arcigay Reggio Calabria.
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Domenica 2 aprile, invece, sarà Bologna a scendere in piazza alle ore 16. Il ritrovo è a Piazza Maggiore con il motto “ Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie, dalle sfamiglie arcobaleno”. Rivolta Pride Bologna ha pubblicato un post per dare appuntamento ai follower, allegando il manifesto con cui Bologna protesterà la mossa del governo:
“I gravissimi attacchi che le famiglie omogenitoriali stanno ricevendo in questi ultimi giorni da rappresentanti del Governo e delle Istituzioni sono inaccettabili. Non solo non riconosco i diritti dei figli e figli* delle famiglie omogenitoriali ma fanno pressione su quei pochi sindaci responsabili perché interrompano i riconoscimenti e le trascrizioni de* nostr* bambin* e per annullare quelle già effettuate. […] L’azione di questo governo nega tutela e valore alle famiglie monogenitoriali o cogenitoriali omolesbobitransqueer, disconosce i ragazz* gender variant, nega l’autodeterminazione de* ragazz* neurodivergenti e condiziona l’accesso alla cittadinanza italiana a* bimb* e ragazz* di famiglie migranti”
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