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Roma in piazza a sostegno delle Famiglie Arcobaleno “contro queste bestie che ci stanno governando” – VIDEO

"Ci andasse Roccella in tribunale a riconoscere i figli che ha partorito!“. “Vi dovete vergognare!", ha tuonato Alessia Crocini di Famiglie Arcobaleno dal palco, poi raggiunta dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

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Una settimana dopo Milano, e poche ore dopo Napoli, Palermo, Catania e Genova, anche Roma è scesa in piazza per sostenere le coppie omogenitoriali, da settimane al centro di un attacco inaudito da parte del governo Meloni. Oltre 2000 persone si sono ritrovate in piazza Santi Apostoli, a pochi passi da Piazza Venezia, in una domenica ecologica di primavera che ha visto le associazioni LGBTQIA+ romane e nazionali ritrovarsi al grido “Giù le mani dai nostri figli“.

Famiglie Arcobaleno, Circolo di cultura Omosessuale Mario Mieli, Arcigay Roma, Rete Lenford – Avvocatura per i diritti lgbti e Agedo Roma hanno ribadito la necessità di una legge che riconosca fin dalla nascita i diritti delle bambine e dei bambini nati nelle coppie omogenitoriali, chiedendo a sindaci e sindache di ‘ribellarsi’ al Governo, continuando a iscrivere e trascrivere i nostri figli. Perché i diritti non possono aspettare. Roberto Gualtieri, sindaco di Roma che in questo primo anno da primo cittadino mai aveva registrato i figli di una coppia dello stesso sesso, ha finalmente deciso di cambiare passo, annunciando di voler ‘disobbedire’ al governo Meloni, presenziando alla manifestazione dopo aver preso parte al Pride, lo scorso giugno.

Sono qui, personalmente e insieme a tutta l’amministrazione comunale, al fianco della comunità LGBTQIA+ e delle bambine e dei bambini che devono avere gli stessi diritti“, ha precisato dal palco Gualtieri. “È intollerabile che in questo Paese ci sia un gap così grande rispetto ad altri Paesi europei. Con altri sindaci ci stiamo sentendo e ci vedremo martedì, con forza chiediamo al governo di fare un passo avanti. Serve una legge per garantire i diritti ai bambini delle famiglie arcobaleno, serve un salto avanti di civiltà, che tutti facciano la loro parte. Noi abbiamo iniziato a farlo, dicendo che inizieremo a registrare questi atti formati all’estero. E’ solo l’inizio, chiediamo un cambiamento della legge, Roma Capitale è al vostro fianco perché non ci possono essere discriminazioni e noi dobbiamo stare al fianco di tutte le famiglie, di tutti i bambini e di tutte le bambine“.

Ad aprire la manifestazione è stata Alessia Crocini, presidente Famiglie Arcobaleno che si è lasciata andare ad uno straordinario discorso, a briglie sciolte, in cui ha fatto nomi e cognomi di coloro che stanno diffamando e discriminando le coppie omogenitoriali e i loro figli.

Siamo qui nel 2023 in Italia a dire che ci sono bambini e bambine discriminati per il modo in cui vengono al mondo e per l’orientamento sessuale dei rispettivi genitori“, ha tuonato Crocini, che ha ricordato come il governo Meloni abbia fermato quei sindaci e quelle sindache che con coraggio avevano deciso di registrare i figli delle coppie omogenitoriali. “La maggioranza del Paese è ancora convinta che i bambini con due mamme e due papà abbiano gli stessi diritti degli altri, ma non è così!”. “Qui non stiamo parlando di dare diritti a noi genitori, ma doveri che noi vogliamo assumerci! I diritti li state togliendo ai nostri figli, ai minori di questo Paese!“.

Crocini ha giustamente smentito quelli che sostengono che i diritti questi bambini già li hanno, perché bastano deleghe e stepchild adoption. “Sapete chi lo dice? Gli stessi che nel 2016 si sono strappati le vesti perché non volevano le unioni civili, da cui volevano venisse tolta proprio la stepchild adoption!“. La presidente di Famiglie Arcobaleno si è poi scagliata contro Eugenia Roccella, ministra della famiglia e delle pari opportunità. “La stessa Roccella che due giorni dopo l’approvazione delle unioni civili annunciò un referendum per abrogarle, oggi va in tv a difendere la stepchild adoption. Con quale faccia!“. Crocini ha ricordato gli infiniti passaggi che una coppia omogenitoriale deve necessariamente compiere per abbracciare la stepchild adoption, da Roccella definita una “passeggiata”. Passaggi che  possono durare anni, tra tribunali e assistenti sociali. “Questa sarebbe una passeggiata? Ci andasse lei in tribunale a riconoscere i figli che ha partorito!“. “Vi dovete vergognare! Cara Roccella e tutta la destra omofoba, e anche tutta la sinistra omofoba di questo Paese, perché ci sono anche i progressisti omofobi“, ha ricordato Crocini, raccontando la storia di Damiano, bimbo di Milano in ospedale che senza la registrazione delle sue due mamme da parte del Sindaco Beppe Sala non avrebbe potuto averle al suo fianco, entrambe. Crocini ha raccontato anche la storia di due papà che hanno avuto un figlio tramite GPA in California, con uno dei due papà deceduto poco dopo la nascita del piccolo, stroncando tutte quelle TERF che raccontano “cazz*te”.

Veniteci a dire che i nostri figli devono avere la metà dei diritti dei bambini degli altri Paesi a causa dell’omofobia“, ha sentenziato Crocini, che da mesi chiede a Meloni e Roccella di incontrarla. Senza aver mai ricevuto risposta alcuna. “Ma non ce l’hanno questo coraggio, sono nascoste, vanno in tv ma senza contraddittorio. Ringrazio di cuore Lucia Annunziata, che è diventata la nostra eroina perché ha detto a Roccella una cosa semplice ma vera. Prendetevi la responsabilità delle leggi che fate, cazzo. E in quel cazzo ci stavamo tutti noi, perché te lo strappano di bocca. Lucia ti aspettiamo al Pride!“.

La presidente di famiglie arcobaleno si è poi appellata ai media, ai presentatori tv, ai giornalisti, e alle enormi responsabilità che hanno, chiedendo loro:

Ogni vostra azione ha delle conseguenze. Ogni messaggio sbagliato o manipolato allontana i nostri figli dai diritti di cittadinanza. Ma siete così sicuri che la vita delle minoranze possa essere sempre oggetto di un’opinione a favore e di una contro? Quando parlate di shoah, invitate i negazionisti? Non mi risulta. Non l’ho mai visto?  Quando parlate di razzismo, invitate i suprimatisti bianchi?”. “Vi sembra normale invitare nei vostri studi integralisti cattolici e omofobi, professionisti, quando si parla di diritti dei nostri figli?”. “Volete parlare solo della GPA perché sollecita la pancia del Paese. Prima del 2016 nessuno aveva mai messo al centro di un dibattito politico così feroce e spietato la GPA. Prima che venisse accostata alle coppie gay, la GPA non interessava a nessuno. Nè alla destra, nè agli omofobi nè alle tv”. “Il 90% delle coppie omogenitoriale italiane è composto da due mamme, ma non interessano a nessuno. Perché in Italia c’è la mistica della maternità. Vorrei ricordare a quella parte di femminismo esistenzialista che ogni volta che nominano la GPA per toglierci un diritto lo state togliendo a migliaia di donne lesbiche come me che dite di voler difendere. Ma a voi neanche di noi lesbiche interessa realmente. Perché siete donne eterosessuali, cisgender, borghesi, che non avendo niente da fare hanno così trovato il modo di far parlare di loro. Questo narcisismo patologico di solito si risolve con l’analista, non con il dibattito politico”.

“Oggi sto a casa, a Milano sono stata molto misurata, oggi sbrago”, ha scherzato Crocini, per poi insistere. “Quelli che fanno i paladini della GPA a favore delle donne sono gli stessi che vorrebbero togliere loro il diritto all’aborto!“, con chiaro riferimento a Pillon che a detta di Crocini in un Paese normale “starebbe a casa sua, a parlare al muro”, e non in tv a diffamare e a diffondere fake news. “Solo in Italia la destra fa rima con omofobia“, ha ricordato Crocini guardando alle altre destre europee che hanno votato a favore dei diritti LGBTQIA+, per poi far notare ai padri eterosessuali che “quando vi dicono che non siete in grado di crescere da soli i vostri figli vi stanno insultando. Quando vi dicono che non sapete cambiare un pannolino, che non potete svegliarvi la notte perché hanno le coliche, ditegli che i padri sanno fare tutto. Se Pillon non è capace è un problema suo! Non lasciateci soli. I diritti li potete frenare ma non li potete fermare“, ha concluso Crocini, appellandosi ai sindaci affinché disobbediscano al governo, continuando o iniziando a registrare i bambini delle famiglie arcobaleno, “contro queste bestie che ci stanno governando“.

 

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