La terrificante storia di Malika, 22enne cacciata di casa perché lesbica, insultata e minacciata dalla madre, ha fatto il giro d’Italia. Il dramma dell’omotransfobia nel Bel Paese è quotidiano, e il più delle volte taciuto, mai denunciato, vissuto in silenzio con quel senso di vergogna che attanaglia proprio chi è perseguitato, discriminato, perché “colpevole” di essere semplicemente sè stesso.
Al fianco di Malika, che ha raccontato quanto capitatole a FanPage, si è esposto anche Fedez, da settimane in prima fila nel chiedere la calendarizzazione e l’approvazione della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, approvata alla Camera e in attesa del bis al Senato.
“Non posso immaginare cosa significhi sentirsi dire certe parole da voltastomaco da parte di un genitore che ti ha messo al mondo“, ha scritto il rapper sui social. “I vari Pillon, associazioni cattolico/estremiste, antiabortisti ci tengono sempre a ricorcare che amare una persona dello stesso sesso sia contronatura e quindi non meritevole di pari diritti rispetto alle persone da loro considerate ‘normali’. Io credo invece che quello che ho appena visto sia contronatura, il rifiuto di una figlia da parte di una mamma attaccata ad uno stigma sociale che purtroppo è ancora vivo perché estremamente attuale nella nostra società cosiddetta “civile” e ancor più triste costantemente alimentato. Spero che i vari Pillon, senatori e rappresentanti vedano la storia di Malika. La mia coscienza mi impone di aiutare questa ragazza anche solo per ricordarle che il mondo non è tutto così, che là fuori non è tutto una merda. Un abbraccio Malika“.
Anche Elodie, via Instagram, ha voluto abbracciare virtualmente la giovane Malika, convidividendo la raccolta fondi nata su GoFundMe grazie alla cugina Yasmine. Fino ad oggi sono stati raccolti 16.296 euro, “per aiutarla a ricostruirsi un futuro“.
Alessandro Zan, deputato Pd nonché relatore della legge che porta il suo nome, ha ricordato come il DDL in attesa di calendarizzazione al Senato istituisca anche centri antidiscriminazione e case rifigio. E c’era persino chi vergognosamente si lamentava dei 4 milioni di euro l’anno previsti a spese dello Stato, vedi Fratelli d’Italia e Lega. Se non fosse che quei 4 milioni siano in realtà troppo pochi. Perché da nord a sud, isole comprese, è tristemente pieno di storie come quella coraggiosamente raccontata da Malika.
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Certo,non c'è "dubbio"ma la sofferenza di una figlia non c'è la metti? e' un macigno che dura tutta la vita. Mi sorge una domanda spontanea...ma quanti C di AntiLGBT opinionisti superpartes senza nulla da fare ci sono in quest' app? Sondaggio??
Ha 22 anni, non 12. Si rimboccasse le maniche e andasse a vivere per conto suo, ne ha tutto il diritto. Ciò a cui non ha diritto è di imporre ai genitori una relazione che li disgusta. Ognuno ha diritto a vederla come vuole!