In effetti sembrava strano. Per gli incendi che stanno mettendo in ginocchio l’Australia, nessuno aveva ancora dato la colpa ai gay. Era successo per l’incendio alla cattedrale di Notre Dame, a Parigi, quando la pagina Facebook di destra Alt-Right Italia aveva ritenuto che l’incendio sarebbe una punizione divina, colpa degli omosessuali e dell’Islam.
In passato, poi, si era spiegato che i terremoti erano causati dall’approvazione della legge sulle unioni civili in Italia. Solo l’anno scorso invece, ricordiamo tutti la comparazione tra gay e PIL di Libero. E per “giustificare” gli incedi australiani, la comunità LGBT torna a essere l’unica responsabile.
Incendi in Australia? Colpa dei gay, ovvio
Parola di Steve Anderson, pastore omofobo. Direttamente dall’Arizona, Anderson non perde occasione per criticare la comunità, portando avanti idee e teorie omofobe. Oltre ad aver festeggiato per la strage del Pulse, era a favore della lapidazione per gli omosessuali e naturalmente era un grande sostenitore dello Straight Pride. Negli ultimi giorni è tornato a parlare dell’omosessualità, comparandola agli incendi dei boschi dell’Australia. Dalla pagina Facebook della chiesa da lui stesso fondata, la Faithful Word Baptist Church, ha scritto:
Forse se l’Australia non vietasse e espellesse i predicatori del Vangelo, non sarebbe sotto il giudizio di Dio.
Troppe le condivisioni al post (oltre 400), così come i commenti (che sfiorano quasi i 2.000). Se molti sono contro le parole del pastore, molti altri sostengono la strampalata teoria secondo cui gli incendi sarebbero una punizione da parte di Dio. Nel particolare, la frase del post si riferisce anche al rifiuto dell’Australia di far entrare nel Paese lo stesso pastore. Difatti, anche questo Stato ha classificato Steve Anderson come ospite sgradito, proprio per via delle sue drastiche convinzioni omofobe. In tutto, sono 33 gli Stati dove Anderson non può più mettere piede.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.