Quando c’è da attaccare gratuitamente, inutilmente e provocatoriamente qualcuno, nell’Italia in cui Matteo Salvini veleggia nei sondaggi, basta attaccare la comunità LGBT.
Senza motivo alcuno, ovviamente, ma solo per il piacere di insultarci, spesso di deriderci, di diffamarci. Nelle edicole di oggi è arrivato Libero, quotidiano diretto da Vittorio Feltri, che in prima pagina sbraita: ‘C’è poco da stare allegri. Calano fatturato e pil ma aumentano i gay‘. Già così parrebbe un infelice titolo da Lercio, se non fosse stato dato davvero alle rotatorie, per poi proseguire: ‘Tre imprenditori su 4 fuggono dalla ricevuta elettronica e l’economia soffre. Gli unici a non sentire crisi sono gli omosessuali: crescono in continuazione’.
Quale nesso ci sia tra crisi economica e coming out, non è chiaro. Come se i gay non fossero dipendenti pubblici, imprenditori, liberi professionisti. Come sei i gay partorissero denaro, la notte. Come se i gay, al contatto con l’acqua, si moltiplicassero tipo Gremlins. Dei mostri, per l’appunto, che minacciano la società odierna aumentando a dismisura come conigli, immuni alla crisi e futuri padroni del mondo.
Insensata e delirante, l’ultima prima pagina di Libero conferma lo stato comatoso in cui versa una certa stampa di destra, costretta a cavalcare battaglie anacronistiche e fasulle (dalla fantomatica teoria gender all’ultima trasmissione con Vladimir Luxuria) pur di mantenere in vita lo spauracchio dell’omosessuale, del diverso che si potrebbe nascondere dietro gli occhiali del simpatico dottore, i sorrisi del vicino di casa, sotto il berretto del gentile benzinaio.
Il sottoscritto è gay, paga le tasse, è un libero professionista e pensi un po’, caro Feltri, deve combattere con la fattura elettronica. Come tutti gli altri. Perché non siamo deformi esseri a tre teste che divorano bambini, bensì normalissimi cittadini, italiani o non, che amano persone del proprio sesso. Però su una cosa ha ragione, caro Vittorio. Stiamo aumentando, ma semplicemente perché si sta sbriciolando quel muro di paura che per decenni ha frenato l’autoaccettazione, mentre voi, bigotti omofobi ancorati ad un passato fortunatamente sempre più distante, correte a passo spedito verso l’estinzione. Godetevi pure questi ultimi momenti sulla scena dell’incitamento all’odio, perché siete arrivati ai titoli di coda.
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E' bene che chi ha scritto questo articolo si prenda le sue responsabilità : FILIPPO FACCI ! Ed io che ho sempre pensato fosse un gay come me. E' proprio vero allora che quelli repressi sono i nostri peggiori nemici.
È un episodio tanto più sgradevole se si pensa che è stato imbastito a poca distanza dalla Giornata della Memoria quasi a volerne ribaltare il messaggio lasciando intendere che certa propaganda non va illusoriamente ritenuta chiusa ad ammuffire nei libri di storia, anzi parrebbe buona per tutte le stagioni.