Una domenica di indecenza e lacrime, rabbia e sconforto, paura e resistenza. L’omicidio della giovanissima Maria Paola, uccisa dal fratello perché innamorata di un uomo trans, ha fatto tornare a galla quell’omotransfobia e misoginia che senza pudore alcuno abbraccia politici e giornalisti, società civile e chiesa cattolica.
Se i Tg Rai hanno mandato in onda servizi agghiaccianti nei confronti della vicenda, tanto da definire Ciro, compagno FtoM di Maria Paola, “Cira, una ragazza che sta per diventare uomo”, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è riuscita a fare di peggio, cavalcando sui social il sentimento di orrore nei confronti di questo omicidio omotransfobico senza mai guardarsi allo specchio.
Perché Giorgia Meloni ha da tempo ufficialmente dichiarato guerra alla legge contro l’omotransfobia e la misoginia che a ottobre tornerà alla Camera, presentando due pregiudiziali di costituzionalità con voto segreto insieme alla Lega di Matteo Salvini. La stessa Meloni, mesi fa, ha gridato davanti Montecitorio che no, “non possiamo dire che oggi, nella realtà italiana, gli omosessuali siano discrimianti“. Oggi pomeriggio, come se esistesse un’altra Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia ha invece voluto dedicare un “pensiero e una preghiera per Maria Paola, strappata alla vita a 20 anni per mano di suo fratello”. Per poi proseguire.
Tanta la violenza che si cela dietro questa inaccettabile morte: da quella contro gli omosessuali e quella sulle donne. Ma anche quella indegna idea che una donna non possa scegliere per sé stessa e che abbia bisogno del permesso di qualcuno per essere libera. C’é una violenza atroce che dilaga tra i giovani e che continua a sfociare in simili episodi. Un inaccettabile degrado che abbiamo il dovere di arginare al più presto. Lo Stato deve tornare a farsi sentire e dare il messaggio chiaro che la violenza non è tollerata e chiunque la pratichi ne dovrà rispondere davanti alla legge. Ora pena esemplare per questo schifoso assassino.
Un messaggio surreale, quasis bipolare, perché lo Stato sta concretamente cercando di farsi sentire attraverso quella legge contro l’omotransfobia e la misoginia che proprio Giorgia Meloni vuole affossare insieme all’alleato leghista. Durissimo Alessandro Zan, che le ha così replicato su Twitter: “ritiri pregiudiziali di costituzionalità e gli emendamenti alla legge contro l’omotransfobia. I fatti salvano vite. Non le parole”.
Anche se questa politica si renderà conto di cosa le hanno messo in bocca a tal proposito ( non la faccio capace di dichiarazioni originali) , proseguirà imperterrita : ha la faccia come il c..o !
Alcuni ( chissà mai chi sarà ) hanno davvero paura di dover pagare personalmente per il loro disprezzo verso gli “eretici ” , secondo il loro dio ,del sesso.