Checco Zalone
La transfobia è un tema delicato di cui solo le persone transgender e altrə pochə, che conoscono bene di cosa si tratta, possono parlare con cognizione di causa. E, per quanto la sua satira pungente e politicamente scorretta sia il più delle volte da ammirare, Checco Zalone forse non è una di queste. Per carità, di transfobia si può e si deve parlare: il problema è il come.
Non c’è da stupirsi, quindi, della valanga di critiche che hanno travolto Checco Zalone quando, al Festival di Sanremo dello scorso anno ha portato sul palco un monologo-favola sulla transfobia, lanciandosi in una caricata quanto stereotipata interpretazione di una persona transgender.
«Sono Fiorenza, la fata di Cosenza. Vengo dai cieli, porto carrozze e tolgo peli. […] C’ho un figlio pervertito. Ma veramente come sposa mi porti a questa cosa?”. “Scusa tanto re indignato ma mi sa che t’ho sgamato, sei un cliente affezionato, che arriva mascherato nella strada dissestata e gli piace la soppressata»