Smontata la bufala “dell’uomo transgender” alimentata dalla destra nazionale e internazionale, Imane Khelif è finalmente salita sul ring, ieri pomeriggio alle Olimpiadi di Parigi, per poi scendere dopo neanche 50 secondi da vincitrice e volare ai quarti di finale. La sua rivale, ovvero l’azzurra Angela Carini, si è infatti ritirata quasi subito, ridando fiato all’odio transfobico da parte di mezzo governo italiano. Critiche nei confronti di Khelif sono nuovamente arrivate da Matteo Salvini, Ignazio La Russa, Daniela Santanché, Lucio Malan e Giorgia Meloni, tra i tanti, ma anche dall’estero la disinformazione ha preso il largo, con Donald Trump in prima linea a gridare sui social “terrò gli uomini fuori dagli sport femminili“.
“Le Olimpiadi di Parigi saranno per sempre offuscate dalla brutale ingiustizia fatta a Carini“, ha twittato J.K. Rowling, ormai paladina internazionale dei transfobici di tutto il mondo. “A una giovane pugile è stato appena portato via tutto ciò per cui aveva lavorato e si era allenata perché è stato permesso a un maschio di salire sul ring contro di lei“.
“Questa è tutta colpa dei dirigenti e delle persone al vertice del Cio: voi avete fatto questo, spero siate orgogliosi”, ha rilanciato Martina Navratilova, da anni in prima fila nel puntare il dito contro le atlete trans. “Deplorevole. Questo non finirà bene per le persone che hanno consentito una cosa del genere”, ha concluso l’ex tennista, lesbica dichiarata.
“Lo dico da anni, gli uomini non appartengono agli sport femminili, punto“, ha tuonato Caitlyn Jenner, milionaria donna trans nonché ex atleta olimpica. “Guardare ciò che il CIO ha permesso che accadesse (le donne picchiate a morte dagli uomini) nella boxe è VERGOGNOSO! Vergogna al CIO per aver permesso agli uomini di competere negli eventi di boxe femminile! L’IBA (International Boxing Association) ha vietato questo tipo di competizione sleale e PERICOLOSA, ma il CIO – il massimo degli eventi sportivi – lo ha consentito. VERGOGNA AL CIO!!”.
Eppure Imane Khelif è tutt’altro che imbattibile, come ricorda la sua storia sportiva sul ring. Imane ha partecipato ai Campionati mondiali di pugilato dilettanti femminile 2018 a Nuova Delhi, classificandosi al 17° posto dopo essere stata eliminata al primo round. Ai Campionati mondiali di pugilato dilettanti femminile del 2019 si è classificata al 33° posto. Alle Olimpiadi di Tokyo 2021 è stata sconfitta ai quarti di finale, perdendo 5-0 con colei che ha poi vinto l’oro. Ai Campionati mondiali di pugilato dilettanti femminile del 2022 è arrivata in finale, ma è stata sconfitta nuovamente. Perde un match su 4, dicono le sue statistiche. Nove donne l’hanno battuta, fino ad oggi.
Khelif è biologicamente donna, sin dalla nascita. Non è una persona trans, bensì una donna che probabilmente vive una condizione di iperandrogenismo, riuscita comunque a superare tutti i test fisici che il regolamento CIO impone alle atlete presente a Parigi, come ribadito ieri con un fermo e impeccabile comunicato.
Ma le polemiche e gli insulti comunque non si fermano. Da 3 giorni nella bufera, con la destra italiana e internazionale a soffiare sul vento della transfobia, Imane potrebbe ora denunciare tutti. Nata a Tiaret 25 anni or sono, Imane è amatissima in Algeria. Ambasciatrice dell’Unicef, avrà ancora gli occhi di tutto il mondo puntati addosso, perché l’evento sportivo per antonomasia si è tramutato per lei in un calvario irto di menzogne.
Il Comitato Sportivo Olimpico Algerino (Coa) ha presentato un reclamo al Comitato Olimpico Internazionale, come riportato da La Stampa, che parla di una vera e propria denuncia per «molestie mediatiche» nei confronti della pugile. Per l’Algeria “Imane Khelif è stata vittima di un accanimento mediatico nelle ultime ore“.
“Imane Khelif è nostra figlia, sorella e campionessa. Imane Khelif è una linea rossa che non va oltrepassata. Condanno fermamente le molestie mediatiche di cui è stata vittima. Avanti Imane, tutta l’Algeria è con te“, ha scritto Abderrahmane Hammad, ministro della Gioventù e dello Sport algerino su X. Duro anche Kheireddine Barbari, segretario generale del Comitato sportivo olimpico algerino, che ha parlato di “vessazioni mediatiche contro Imane Khelif. Si tratta di un feroce complotto mediatico da parte dei media stranieri. È un tentativo di destabilizzare la nostra pugile, nel momento in cui si prepara ad entrare alle Olimpiadi”. “Di fronte a questa situazione vi assicuro che ho presentato reclamo. Ho anche contattato il Comitato Olimpico Internazionale per proteggere la nostra pugile. Penso che questo attacco mediatico non potrà che motivare ulteriormente Imane Khelif a partecipare con onore alle Olimpiadi e onorare così la bandiera algerina. Mi rivolgo agli algerini. Chiedo loro di restare dietro la nostra pugile e sostenerla“.
Al fianco di Imane anche Ismael Bennacer, stella del Milan e della nazionale di calcio algerina: “Sostegno totale alla nostra campionessa Khelif, che sta subendo un’ondata di odio ingiustificato. La sua presenza ai Giochi Olimpici è semplicemente il frutto del suo talento e della sua etica del lavoro. Crediamo in te per portare in alto i colori dell’Algeria“.
Chissà se a Salvini, noto tifoso rossonero, le parole di Bennacer possano andare a segno, facendo breccia tra una fake news transfobica e l’altra.
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