Art. 4: L’infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona.
Partendo da questo assunto, Nicolò Cuocci, 23enne infermiere di Bari, ha ribadito l’urgenza di una legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, insieme a diversi colleghi che sui camici si sono scritti DDL Zan.
Un DDL che, per quanto osteggiato dalla Lega, scrive Nicolò, “aiuterebbe a tutelare ogni cittadino dalla discriminazione, per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, aiutando anche noi infermieri a rispettare a pieno l’articolo sopra citato”. Una risposta civile e ineccepibile ai belatristi parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia, che gridano alle ‘priorità’, vedi la lotta alla pandemia, nell’attaccare la legge contro l’omotransfobia.
Un’immagine diventata virale, quella di Nicolò, pubblicamente ringraziato dallo stesso Alessandro Zan, deputato Pd nonché relatore della legge, che si è domandato: “Com’era? In pandemia non ci si può occupare di diritti? Ditelo a loro, che il Covid lo combattono, ma per davvero“.
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