Leon Pappalardo ha 15 anni appena, è il figlio di Laerte Pappalardo e Selvaggia Lucarelli nonché nipote di Adriano Pappalardo, e ha avuto ‘l’ardire’ di contestare Matteo Salvini a Milano. “Volevo ringraziarla per il suo governo omofobo e razzista, volevo dirle che è molto razzista come persona”, ha pacificamente rimarcato il giovane, incredibilmente immediatamente identificato da un agente della polizia.
“Mi hanno fermato così, senza alcun tipo di insulto personale, attacco o parolaccia, ho detto la mia opinione, ho detto che molte persone della comunità di colore non lo sopportano per il suo comportamento razzista, mi hanno provato a cacciare e adesso mi ha fermato la polizia. Non c’è libertà di espressione, sono stato fermato prima dalle guardie del corpo e poi dalla polizia, è una cosa ridicola. Rifarei quello che ho fatto, non sono pentito e non cerco visibilità. Trovo ridicolo che mi abbiano identificato“, si è giustamente lamentato il 15enne, rimarcando l’assurdità di un Paese dove non è possibile esprimere opinioni contrarie al leader della Lega, pena l’identificazione da parte della polizia. Lo stesso Salvini, ricordiamolo, che si ostina a definire ‘liberticida’ il DDL Zan. Lo stesso Salvini che invoca a reti unificate la libertà di pensiero e di parola, sempre e solo quando è lui e/o i suoi sostenitori ad esprimerla. Qualunque essa sia.
Intervistata da Adnkronos, Selvaggia Lucarelli si è detta orgogliosa del giovane Leon: “Lui ha fatto quello che si sentiva di fare, non sapevo quello che avrebbe detto, ma lo condivido. Ho cresciuto un ragazzo libero e con il coraggio delle proprie scelte. Ci tengo a precisare che non siamo andati apposta lì per Salvini. Il gazebo si trovava a due passi da casa nostra, di fronte al bar dove andiamo di solito a fare colazione”. Via TPI, Selvaggia ha poi sottolineato l’assurdità di una schedatura di un 15enne dinanzi ad una pacifica opinione:
Fermare un ragazzino di 15 anni per chiedergli i documenti dopo che civilmente aveva espresso le sue idee, costringendolo per giunta a dire nome e cognome in pubblico, visto che i documenti li aveva lasciati a casa, è un pessimo segnale.
Non si puo dare del " ladro" in pubblico ad uno che è stato condannato per furto .......e neanche "razzista" ! O si vive tutti in uno stato di diritto , o le leggi le può interpretare anche un ragazzino!
Definire omofobo e razzista Salvini non è diffamazione perchè è la verità ed il ragazzo è stato pure educato nei modi.