Aggiornamento: l’Asst Sette Laghi, il 14 agosto, ha chiarito la persone licenziata non si tratta del primario, che resta però sospeso. Il licenziamento riguarda infatti un’altra persone, che però non ha nulla a che fare con il commento omofobo del primario. (Fonte: Fanpage).
Prima sospeso, e ora finalmente licenziato. Il primario dell’ospedale di Cittiglio che a fine marzo aveva insultato un paziente sotto i ferri (“guardate se devo operare questo froc*o di mer*a“), è stato ufficialmente licenziato dall’Asst Sette Laghi, come riportato da PrimaSaronno.
Il chirurgo era stato denunciato dai colleghi presenti in sala operatoria, e successivamente sospeso per due mesi. Ma ora l’azienda ospedaliera ha ufficializzato il licenziamento, perché “i fatti commessi sono di una gravità tale da far venir meno il rapporto fiduciario intercorrente tra l’Azienda e omissis (…) si decide di prendere atto del verbale conclusivo del procedimento disciplinare a carico del suddetto dipendente e di risolvere conseguentemente il rapporto di lavoro in atto con lo stesso a decorrere dal giorno successivo all’adozione del presente provvedimento, senza corresponsione dell’indennità sostitutiva del preavviso”.
La cosa davvero incredibile è che il chirurgo aveva presentato persino ricorso nei confronti della sospensione. Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, aveva condannato quanto accaduto, suscitando la reazione di Giovanni Boschini, presidente Arcigay Varese.
Bene la condanna dell’Assessore al Welfare ma ci chiediamo che cosa stia facendo Regione Lombardia contro l’omofobia. Non solo non esistono piani o fondi, ma la Regione negli anni precedenti ha proiettato la scritta Family Day sul pirellone, ponendosi in aperto contrasto ai diritti della comunità Lgbt. Inoltre la Regione ha ospitato conferenze che dipingevano l’omosessualità come una cosa immorale, con in prima linea il presidente Fontana. Dove sono i piani contro l’omotransfobia? In altre regioni esistono anche leggi contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere. In questa Regione che si definisce la locomotiva d’Italia non esiste alcun provvedimento. Le parole e la solidarietà sono utili ma non bastano, ci vogliono fatti concreti. Le persone Lgbt in Lombardia non incontreranno solo un primario omofobo, ma anche molte altre figure, e storie come questa la maggior parte delle volte restano nascoste e non emergono.
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Grazie "maschioroma " per la chiarezza e la semplicità del tuo commento che mi permetto quotare per intero. Ed è quello che devono temere gli omofobi : esser colpiti nel portafogli e restare isolati , relitti di un'arroganza e di una supponente superiorità autoreferenziale. Nessuno obbliga alcuno ad abortire , a divorziare , ad amare qualcuno del proprio sesso . Ma nessuno o nessuna si deve permettere di giudicare o dire che sono comportamenti immorali ( secondo quale metro?) o disordinati.
Questo è un esempio del fatto che la società italiana sta veramente cambiando, la denuncia del turpe comportamento del primario è stata fatta dai colleghi e dagli infermieri presenti, i quali nel corso del procedimento disciplinare successivo hanno testimoniato come quello in sala operatoria non è è stato un fatto isolato ma il culmine di un modo di fare omofobo usuale del primario. C'è sempre stata nella società una minoranza omofoba violenta, ma mentre prima si sentiva rassicurava dal resto della società in gran parte ostile all'omosessualità, oggi invece questa minoranza omofaba violenta si sente isolata e accerchiata da una stragrande maggioranza della popolazione che accetta, accoglie e solidarizza con gli omosessuali. Da qui nascono questi atteggiamenti violenti che in passato erano sconosciuti.